«L’Augusto Pontefice si è degnato di accogliere l’esposto e mi ha ordinato di far pervenire a Vostra Eccellenza l’importo di lire 3.000, che le trasmetto con l’unito assegno sul Banco di Roma. Sua Santità, in omaggio all’intenzione degli offerenti, mi ha pure incaricato di FarLe noto che questo denaro è preferibilmente destinato a chi soffre per ragioni di razza». Questo è un passo di una lettera scritta da don Alberto Gibboni che, inviato presso la santa sede da monsignor Giuseppe Maria Palatucci vescovo di Campagna, località in cui ebbe sede un campo di internamento per Ebrei e dissidenti politici. Tale corrispondenza è stata riportata dall' Avvenire, per tentare ancora una volta di riabilitare la memoria di Pio XII. Entriamo quindi nel dettaglio: il pio inviò 3000 lire equivalenti agli attuali 900 euro*, ad un campo che più che un campo di internamento, rispetto agli standard nazisti, era un villaggio vacanze. Lo stesso segretario del partito fascista chiese provvedimenti conseguenti da parte delle forze di polizia del regime, gli internati infatti potevano ricevere visite e godere dell'assistenza, in cibo, vestiti e denaro, inoltre tutti i detenuti potevano circolare per le vie e le case dell'abitato. Negli stessi mesi, del 40' in quel di Auschwitz Birkenau furono gasate, saponificate,incenerite circa settantamila persone, e non arrivò dal pio manco una preghiera.
*Fonte Istat
3 commenti:
Forse è un po' forzato, ma il trave e la pagliuzza.
Alberto, spiegami meglio ti prego, al momento anche vista l'ora e la settimana alle spalle, non capisco il discorso della forzatura.
Sì, non c'è forzatura, è così che è.
Posta un commento