sabato 9 maggio 2009

Promesse e debiti



Come sempre più spesso avviene, le dispute sulla forma e le urla dei contendenti finiranno per celare la sostanza. Che è particolarmente dura, ma anche particolarmente semplice: la lista dei ministri e dei sottosegretari del governo italiano è stata o non è stata condizionata da favori sessuali? Se sì, lo scandalo sarebbe enorme in qualunque democrazia. Se no, lo scandalo non esiste e va archiviato subito. Il resto è un guazzabuglio neanche troppo divertente di moralità assortite e di complicità ghignanti. E così, alla fine, vedrete che dovremo fare a meno anche di quel "sì" o di quel "no". Non la verità, che è materia quasi astratta, ma la realtà sarà ancora una volta sottratta a quel che resta della pubblica opinione. Dei costumi sessuali del maschio Alfa del Paese, come di quelli di chiunque, non mi importa nulla. Non riesco neanche a giudicare i miei, figuratevi quelli degli altri. Ma mi importa moltissimo, invece, sapere se qualche ministro o qualche sottosegretario è stato nominato senza altro merito che un pedaggio sessuale pagato al potere. È una domanda che esprime soltanto l’istinto democratico basico, l’abc della correttezza istituzionale. Peccato vederla sparire dal dibattito