sabato 17 gennaio 2009

Carta straccia




Sia chiaro, non è mia abitudine leggere il giornale comodamente seduto al bagno. Non mi capita mai, ma chissà quale misterioso stimolo oggi mi ha fatto vivere questa esperienza. Devo essere sincero, magari ripeto l'operazione in futuro, in questo modo potrei farvi conoscere anche gli orari del mio bio-ritmo intestinale, già messo a dura prova dall'ultimo intervento di Sacconi sul caso Englaro. Chiudo il giornale e penso che la carta a questo punto mi sia indispensabile, quella che per molti significa soltanto un cumulo di fogli sparsi, malamente rilegati con un elastico, rinvenuti a Roma al termine di una inconcludente riunione politica di antifascisti, divisi su tutto tranne che sul gettone di presenza. Farne la carta fondamentale dello Stato per uno come Sacconi è stato un arbitrio inaccettabile, per lui quella gente era così fuori dal mondo che la sedicente Costituzione non fa neanche menzione delle tre 'I': Inglese, Internet e Imponibile zero. Lo sanno tutti che la vera Costituzione venne dettata dalla Vergine Maria a una contadinella, emana un intenso profumo di rose e consta di un solo articolo, che incarica il papa di formare un governo di salvezza nazionale. Che qualcuno ricordi al ministro, di tirare l'acqua, appena finisce di parlare.