venerdì 5 giugno 2009

Scelte al chilo




Nella mia oramai ventennale storia da elettore, non mi è mai capitato d'arrivare presso un seggio elettorale con il piglio dell'indecisione. Sbagliando, magari poi pentendomi , ma in ogni modo ho sempre tracciato la mia croce (chissà perchè non un cerchio) sul simbolo ritenuto più opportuno. Eppure, quasi sempre è la figura dell'indeciso a far pendere la bilancia da una parte o dall'altra. Esiste poi chi decide per l'astensionismo, suggellando l'appartenenza ad uno stato sociale e ideologico, di cui parlerò dopo e che non condivido. L'indeciso è sempre determinante: tra una scelta a cappella, una alla viva il parroco e qualcun'altra al chilo, si narra che alcune battaglie siano giunte a conclusione per loro merito. Tra le più famose quella in cui un contadino indeciso, che nel mezzo delle mazzate non essendosi accorto della battaglia in corso (l'aveva confusa con una festa in costume), continuò come se niente fosse ad arare i campi e travolse con la sua coppia di buoi la tenda dello Stato maggiore napoleonico. Saputo che si trattava di una guerra, il contadino espresse il suo rincrescimento a Napoleone e, pur di non prendere una posizione sul conflitto in corso, propose di travolgere anche la tenda del comando inglese, ma era ormai troppo tardi. Il destino della battaglia e dell'Europa era già deciso. L'astensionista nel suo non voto, non fa altro che dichiarare la sua assoluta lontananza da ogni possibile partito, sottolineando che nessuno è in grado di rappresentarlo, nulla di più snob e inutile, visto che questa è la società che bene ho male ci è destinata. Per tutti gli indecisi, mi viene da chiedere un briciolo in più del loro tempo, si faccia una scelta meglio ponderata, ai restanti astensionisti, vi prego, abbiate almeno il pudore di non rovinare la festa dei vincitori.