martedì 25 novembre 2008

Decisionismi




Costretto a casa da un fastidiosissimo raffreddore, meditavo su quante e quali scelte e decisioni, mi troverò a dover prendere domani al mio rientro in ufficio. Per carità, nulla che possa decidere delle sorti di una nazione. Ma forse è un bene, almeno per un giorno, non sarò costretto a pensare quanto meditava Charlie Brown: "Oggi ho preso centoventi decisioni, ed erano tutte sbagliate" fortuna vuole che io non ricopra nessuna carica di governo, altrimenti mi convincerei d'averle prese tutte giuste, anche quelle vendute a peso, anche quelle sbraitate dalla finestra per fare colpo sui passanti. Per il berlusconismo il dubbio è un lusso o peggio un vizio. Detto questo, bisognerebbe essere onesti fino in fondo, specialmente con noi stessi: nel defunto governo di centrosinistra ogni decisione aveva una gestazione di settimane, di mesi, di anni. E più in generale la sinistra è luogo deputato al dibattito, alla dialettica, all´analisi, alla controanalisi, ma non ha mai brillato per efficienza esecutiva. Non illudiamoci: anche le più maldestre o disoneste delle risoluzioni di questo governo godono, almeno fin qui, di un alto indice di popolarità. Che non entra nel merito (un sacco di gente non è interessata, diciamo così, all´approfondimento delle notizie), ma si limita a constatare con soddisfazione che il governo governa. La democrazia si può ammazzare con una raffica di decisioni, ma può anche morire di debilitazione quando nessuno decide più niente.