venerdì 25 settembre 2009

Quasi personale se non del tutto




Tutto finisce dove il mare ha inizio*, neanche le più portentose tecnologie potranno mai sostituire la bellezza di una carezza, di un bacio o di un contatto fisico. Nel bagnasciuga della rete ho camminato senza rimboccare i pantaloni, mi sono inzuppato fino al bacino tutti i santi giorni. Ma solo ora sento i polpacci umidi, e un qualche dolore che prende allo stomaco, più che alle ossa fradicie. Servirebbe una spugna per assorbire il freddo, senza che ne intacchi il ricordo.

* non è una licenza poetica

Indigestioni di libertà



Quasi non ci credo, il ritorno in televisione di Santoro, pare la sintesi di uno dei più clamorosi casi di pseudocensura della storia repubblicana, arriverà su parecchie testate giornalistiche sotto forma di gossip. Sono già pronti decine di dossier sulla sua tintura per capelli, (ma chi se ne frega, tra l' altro) tutti hanno detto la loro, pure Concita de Gregorio, e Maurizio Belpietro. A me Santoro, tanto per chiarire, risulta parecchio indigesto. Ma ho acceso il televisore, con l' emozione e con il rispetto che si deve a un pezzo di libertà che ritorna. E ritorna, tra l' altro, riempiendo un grande vuoto d'informazione, non di tinture per capelli. Di fronte a questa evidenza , una forma discutibile ma seria di giornalismo che ritorna - mi domando che importanza abbia il fatto che Santoro sia presuntuoso oppure umile, di sinistra o magari di destra. Solo un paese cinico, e tutto sommato stupido, può riuscire a mettere tra parentesi la sostanza di una vicenda simile, e perdersi nella ciancia collaterale. La Rai, da ieri, grazie a Santoro e al suo staff, ha decisamente più peso giornalistico di prima: non basta? Non va bene? Le censure, esistono solo nelle menti di chi non ha il coraggio di esporsi, per tutto il resto ci pensa Emilio Fede su Retequattro.