sabato 21 marzo 2009

Urrà





Triplo "urrà" per Ignazio La Russa. Con voce rocca e sgraziata ha dichiarato: "Il mio partito è più grosso del tuo": è sulla base di questo principio (popolarissimo nelle caserme) che la politica italiana affronta il futuro. Due partiti enormi, ma senza ricambio di leadership: questo il rischio. Il centrodestra è bloccato attorno al nome di Berlusconi, che si candiderà premier anche nel 2034, quando si affaccerà impagliato dal balcone di piazza Venezia mentre un nastro registrato dichiarerà guerra alla Romania tra le ovazioni di una folla entusiasta. Ma il PDL non intende fermarsi qui, come un buco nero che tutto assorbe, sono in corso trattative anche con l'Ordine dei Templari e il ramo altoatesino della famiglia Hitler. Discreto successo anche per il distaccamento italiano del Ku Klux Klan anche se si tratta di poche centinaia di voti. Più promettente rivolgersi al centro, sfidando Casini sul suo terreno. Verrà garantita l'assunzione di due milioni di barellieri d'ospedale: essendo le barelle, in tutto, 20 mila, si sta studiando il modo di farle portare da cento barellieri ciascuna, come le triremi romane. Il posto sarà ereditario. Trattative in corso anche con l'Ordine dei medici per estendere a ogni neolaureato la carica di primario, affidandogli un reparto ancora in costruzione in uno dei tanti ospedali-fantasma del Mezzogiorno. Migliaia di giovani primari potranno così recarsi ogni mattina nei cantieri abbandonati, sedersi sulla betoniera e visitare i parenti a carico del servizio sanitario nazionale. Da parte sua, il centrosinistra, rispettando la nota pluralità politica, sta preparando invece un premier collettivo, coraggioso esperimento che si propone di sovrapporre, con il sistema della piramide umana, una ventina di leader che parlano tutti insieme, non necessariamente dicendo la stessa cosa. Probabilmente è questo l'unico modo per la sinistra italiana di sopravvivere: non avendo un leader, il rischio d'essere assorbiti dal "buco nero" si riduce notevolmente.