domenica 5 settembre 2010

Pelo nello stomaco




Tra gli sport che seguo con maggiore interesse, ci sta di certo il motociclismo. Sono stato io stesso un pessimo centauro, uno scavezzacollo che già, se ora sto quì a scrivere, non credendo ai miracoli, è un gran culo. Non voglio parlare dell'incidente accaduto oggi nel gran premio di San Marino, ma dell'aspetto antropologico delle persone, specie dei colleghi del povero motociclista travolto e ucciso. La questione è questa: durante la gara propedeutica alla categoria regina, ossia dove corrono le "prime donne" tra cui i vari Rossi, Stoner, Pedrosa ecc. ecc. un pilota cade -come tante volte capita- ma con l'aggravante del fatto che, viene investito da altre due moto che lo seguono a breve distanza. La cosa è grave e si capisce subito. L'ambulanza parte, e nel frattempo partono pure i big, i campioni di sportività. Tutto nella norma, lo show come si dice deve continuare. Se non fosse per un piccolo dettaglio. Alla fine della fiera, infatti i motociclisti big s'affrettano a indossare i panni addolorati di chi è venuto a conoscenza di una tragedia solo alla fine della gara, tutti tranne uno, un certo Lorenzo, -secondo sul podio- e che dichiara: si ho saputo della morte del povero Tomizawa. prima della partenza. Qualche giornalista si è poi affrettato a spiegare che non si può per legge, annunciare televisivamente la morte di chicchessia prima di informarne i familiari. A mio parere il pilota è morto sul colpo, o da lì, poco c'è mancato. I tempi tecnici per informare i familiari di Tomizawa non c'erano, o se c'erano avrebbero di certo ritardato la partenza dello show. Mi chiedo: ma il pilota Lorenzo è sprovveduto o sincero? e gli altri piloti a quale categoria appartengono, a quella degli ingenui o viceversa degli ipocriti.