
Tra gli sport che seguo con maggiore interesse, ci sta di certo il motociclismo. Sono stato io stesso un pessimo centauro, uno scavezzacollo che già, se ora sto quì a scrivere, non credendo ai miracoli, è un gran culo. Non voglio parlare dell'incidente accaduto oggi nel gran premio di San Marino, ma dell'aspetto antropologico delle persone, specie dei colleghi del povero motociclista travolto e ucciso. La questione è questa: durante la gara propedeutica alla categoria regina, ossia dove corrono le "prime donne" tra cui i vari Rossi, Stoner, Pedrosa ecc. ecc. un pilota cade -come tante volte capita- ma con l'aggravante del fatto che, viene investito da altre due moto che lo seguono a breve distanza. La cosa è grave e si capisce subito. L'ambulanza parte, e nel frattempo partono pure i big, i campioni di sportività. Tutto nella norma, lo show come si dice deve continuare. Se non fosse per un piccolo dettaglio. Alla fine della fiera, infatti i motociclisti big s'affrettano a indossare i panni addolorati di chi è venuto a conoscenza di una tragedia solo alla fine della gara, tutti tranne uno, un certo Lorenzo, -secondo sul podio- e che dichiara: si ho saputo della morte del povero Tomizawa. prima della partenza. Qualche giornalista si è poi affrettato a spiegare che non si può per legge, annunciare televisivamente la morte di chicchessia prima di informarne i familiari. A mio parere il pilota è morto sul colpo, o da lì, poco c'è mancato. I tempi tecnici per informare i familiari di Tomizawa non c'erano, o se c'erano avrebbero di certo ritardato la partenza dello show. Mi chiedo: ma il pilota Lorenzo è sprovveduto o sincero? e gli altri piloti a quale categoria appartengono, a quella degli ingenui o viceversa degli ipocriti.