giovedì 6 gennaio 2011

Ellamadonna



Non so bene in quale contesto, con quale faccia con quale goliardia o pittoresco dialetto, il concorrente del GF 11 abbia attentato alla sacralità dell'icona Mariana nel corso del famoso reality-show. Ero all'oscuro di tutto, giuro, guardavo una edizione restaurata di "Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?" , e figurarsi se cambio canale. Ma so per certo, anzi per certissimo, che il cattivo gusto resta tale a prescindere che si bestemmi contro un cane Allah o la Madonna. Quello che ha attratto la mia attenzione sul caso, è la risposta del direttore di "Avvenire" a una sua commentatrice. Il Tarquinio, sostanzialmente accusa l'indulgenza con la quale il concorrente è stato riammesso al programma, ricordando quanto succede ai cristiani nei paesi islamici. Non si capisce bene, se il direttore vorrebbe una esecuzione capitale nei confronti del blasfemo, o se si accontenti di una espulsione. Lui fa il suo lavoro, e siccome lui come tanti è ipocritamente convinto di essere brava gente, e siccome le conduttrici dei programmi "popolari" portano al collo fior di crocifisso, dondolante tra le tette, ecco che perfino dal carnaio cinico di un reality-show troviamo la maniera di estrarre la moraletta, l’angolino virtuoso, l’attimino edificante. Il cattivo gusto dovrebbe essere allontanato con infamia. Il capro espiatorio funziona sempre. Fa sentire puliti gli altri: se non per l’eternità, almeno per due o tre puntate.