domenica 14 dicembre 2008

La parola giusta




Consuocero, cognato, figlio della sorella della moglie… le cronache dei casi legati alle miserie ravvivano l’eterna diceria delle parentele italiane, quelle di qualsiasi rettore e pure quelle del magistrato che lo fronteggia. E’ una famiglia allargatissima quella tradizionale del Sud, che estende generosamente la propria influenza benefica fino a congiunti molto lontani. Il fenomeno è già stato ampiamente descritto in sociologia, e in qualche modo, bene ha fatto Napolitano a sottolinearlo. Questo perdurare trionfale e tentacolare della "famiglia" è insieme causa ed effetto dell’arretratezza civile del nostro meridione. L’egemonia del cognato, la prevalenza dello zio, la fortuna del consuocero sono direttamente proporzionali alla debolezza del cittadino e, specularmente, dello Stato. Ci si affida ai propri cari in mancanza di altri riconosciuti strumenti di tutela e di auto-affermazione. E quando si rinfaccia al giudice, o al critico, o al nemico politico, la stessa colpa, è quasi automatico azzeccarci: quasi chiunque, in Italia e soprattutto al Sud, ha almeno un nipote o una cognata nell’armadio.