lunedì 14 febbraio 2011

Tutti alla giostra del feudo



Il capro espiatorio è una figura sacra. Guai a chi lo scredita: il suo sacrificio rituale assorbe e rappresenta il bisogno di purificazione della comunità intera. Benvenuto, dunque, al Festival di Sanremo, che ogni anno, alla vigilia di primavera, sale sull'altare dell'informazione a prescindere da tutto e tutti. Lui è il capro che buono e umile, si lascia sgozzare tra fiori e ingiurie. Per una settimana si parlerà quindi solo di cantanti e conduttori, vallette e ospiti vecchi e nuovi e Vecchioni che da cantautore stanco della sua nicchia, dedica un brano ai giovani che protestano, per poi subito dopo dichiarare: "punto sulla quantità e non più sulla qualità" (minchia che messaggio ai giovani) e il festival è un'ottima vetrina". Questo è il piglio giusto e come da sempre capita, il pubblico delle esecuzioni assisterà cinico alla stecca, alla battuta loffia e cacchio come sarà felice, per una settimana intera, come in una giostra medioevale, offerta dal marchese del Feudo non dovrà che applaudire o fischiare.