martedì 9 novembre 2010

Non voglio clisteri




"Io ho scelto di fare l'università, di studiare ingegneria - dice - Ho scelto di sposare Tina e avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare, la maglietta che indosso, il taglio di capelli. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale". Queste le parole di uno spot che dovrebbe sbarcare in Italia, ma sono certo non accadrà.

* Quì lo spot.

32 commenti:

Anonimo ha detto...

la libertà di decidere, secondo la nostra volontà, espressa quando si è in grado di farlo, di non subire accanimenti terapeutici (il testamento biologico) è un'altra battaglia che non abbiamo potuto combattere
tutti presi a riolvere i problemi di qualcun altro
ma i nodi, prima o poi, tornano al pettine
diffondiamo il video!

flyhigh ha detto...

Non ci sono dubbi sul fatto che non verra' mai trasmesso. Meno si parla di eutanasia e meglio e', con il caso di Eluana un po'di dibattito c'era stato, ma ora tutto tace e cosi'si continuera'.

teddy ha detto...

E però una cosa mi lascia perplesso: come mai un uomo che ha scelto tutto della sua vita, abbia bisogno di un altro per scegliere di farla finita.
"Su se stesso, sul proprio corpo, sulla propria mente" l'individuo è sovrano (J.S.Mill).
L'individuo è sovrano. E un sovrano non delega.

Anonimo ha detto...

@ teddy: se sei impossibilitato a comunicare come fai?
meglio lasciare le tue volontà e sperare che le rispettino

teddy ha detto...

Intanto quest'uomo è nel pieno delle sue facoltà. Quanto a lasciare le proprie volontà, nella fattispecie, non credo che avrebbero un valore di certezza. Il confine tra vita e la morte è definitivo: e, di fronte ad esso, l'unica volontà che si possa esprimere in maniera inoppugnabile, è quella di agire in prima persona.

Gians ha detto...

Ww, più che una legislatura intenta a fare gli interessi del proprio capo, -questo poi non corrisponde a verità, non almeno in tutto- sono propenso a credere che gli stessi italiani in generale siano poco informati e quindi non siano pronti a prendere davvero in considerazione l'opportunità di una scelta consapevole sul testamento biologico.

Gians ha detto...

Fly, tuttavia è importante che s nè riparli, ogni occasione come questa è da prendere in considerazione esattamente nell'ottica spero futura di una legge finalmente svincolata da qualsiasi postulato cristiano cattolico.

Gians ha detto...

Teddy, immagino tu ti riferisca al comportamento di una persona ancora capace di quella coscienza che crea l'esigenza, da sani, di pretendere da parte dello stato di una normativa laica sul tema del testamento biologico e che, scoprendo una infausta diagnosi, decida vista l'attuale normativa d'appendersi ad un albero? è così vero?

Gians ha detto...

Teddy, va bene così, ho letto la risposta a Ww, mi pare quindi sensato prevedere una disposizione di legge che preveda situazioni limite, penso ai casi Englaro e similari, persone colpite nel pieno della vita da incidenti e quindi privati di quell'ultimo atto sovrano indicato da J.S.Mill

Efesto ha detto...

Cazzo (si può dire?) che botta Gians!
Non mi aspettavo di passare qui e ricevere un pugno nello stomaco.
Il mio papà è stato un malato terminale, nei suoi ultimi giorni non potevo più vederlo soffrire. Ho detto a mia madre "se gli metto un cuscino davanti alla bocca non se ne accorgerebbe nessuno". Mamma mia ha detto che non me lo sarei mai perdonata. E per fortuna (in certe situazioni limite lo è davvero) papà se ne andato poco dopo. Non sopporto più le discussioni sull'eutanasia fatte nei salotti o in televisione. Andrebbero fatte negli ospedali, al capezzale dei malati, quando di fronte hai esseri umani a cui la malattia ha tolto ogni dignità.
Scusami per il commento un po' troppo personale, ma te l'ho detto, è stato troppo forte. E l'uomo dello spot è ancora in grado di parlare.

teddy ha detto...

L'attuale normativa, o una normativa diversa, non esclude la possibilità di "appendersi a un albero". Personalmente, ritengo più dignitoso che se qualcuno sceglie di morire, lo faccia da solo. Se potendolo fare, non lo fa, ho qualche problema a credere che, demandando ad altri di spegnere la luce, la sua scelta possa essere davvero definitiva. Forse, bisogna essere stati a contatto diretto con "sorella morte" per esprimere un giudizio sereno in merito. Il suicidio è un atto che è nella libertà di ciascun uomo: e, a mio modesto parere, tra quei pochi esercizi di libertà che non si possono demandare.

Gians ha detto...

Efesto, non devi scusarti di nulla, anzi sono le esperienze personali a forgiare in qualche modo un pensiero più vicino a questo tipo di tema, senza però escludere un dibattito tra che per fortuna sua non è mai stato sfiorato da simili eventi. Detto questo a me pare logico dotarsi di uno strumento che permetta alle persone in salute di decidere della propria vita/morte in caso per qualsiasi ragione, non si sia in grado di farlo. Se vuoi di personale posso raccontare pure qualcosa di mio, solo due mesi fa per esempio è morta mia sorella, è mancata dopo dieci anni di malattia e sofferenza, ma lei voleva vivere e ha scelto di farlo fino all'ultimo.

Gians ha detto...

Teddy, la vita come la morte è infatti una questione del tutto personale. Per questo condivido la tua posizione, ma quando una persona chiede ad un'altra di accompagnarla dignitosamente alla morte, ecco quindi che tutto si completa e la stessa obiezione di coscienza verso la mano misericordiosa che "stacca la spina" diviene solo un alibi nei confronti delle regole cattolico cristiane.

Anonimo ha detto...

come fai, teddy, a mettere le due cose insieme?
il suicidio è l'atto della diperazione
il testamento bilogico è la scelta ponderata di una persona nel pieno delle sue facoltà!

Gians: informare non è poi così complicato: pubblicità-progresso, scuole, ospedali, medici di base, associazioni...e così via

Efesto: chi non ha avuto malati terminali nei parenti prossimi alzi la mano (io, mio padre)
è per la mia dignità, in ricordo della sua, che voglio poter decidere se e quando smetterla con la medicina dell'uomo

Anonimo ha detto...

per il fatto della mano "armata"...mai sentito parlare di pietas?

s'accabadora, gians, ti ricorda qualcosa?

Gians ha detto...

Ww, ho una coppia intonsa della mia conterranea, appena snellisco la lista lo leggo.

Efesto ha detto...

Infatti Gians, è una scelta personale quella di voler vivere fino all'ultimo istante o di voler lasciare questa vita in modo dignitoso essendo consapevoli dell'irreversibilità della condizione estrema. Non è giusto parlare di suicidio in questi casi. Non c'entra niente il suicidio, perchè non c'è alternativa, non si disprezza la vita, anzi, si apprezza a tal punto da non voler vegetare inutilmente quando non c'è ritorno. Se la paura è quella che possano aumentare le morti, beh, io credo che nessuno sano di mente sia disposto ad andarsene prima che sia giunto il suo tempo, se non, appunto, perchè costretto. Se vuole evitare la non vita, lo strazio di quel filo innaturale che lo trattiene quando non c'è più motivo, non vedo perchè non possa essergli concessa un'ultima scelta consapevole.

Gians ha detto...

Efesto, in riferimento a tutto questo e quindi al suicidio Teddy secondo me ha esposto un pensiero più filosofico che pragmatico, volendo sarebbe interessante approfondire anche il lato buio non illuminato dalla fede, quella a cui spesso ci si aggrappa inutilmente fino alla fine.

Efesto ha detto...

Però aggiungerei che non è questione di fede, anzi. Colui che crede forse riesce ad affrontare l'immane sofferenza di certe malattie con una speranza che chi non credo non ha. In questo caso, appunto, non rimane che il concetto del tutto laico, ma altrettanto nobile, di dignità.

Tess ha detto...

già. Ne ho sentite di cotte e di crude, oggi, su questo spot

teddy ha detto...

Suicidarsi vuol dire procurarsi la morte prima che questa intervenga per cause naturali. Il resto, se mi si consente la battuta, è fuffa. La sofferenza, la dignità di cui si discute e che si vorrebbe salvaguardare, è sempre quella degli altri, mai la nostra, finché non siamo anche noi nelle medesime condizioni. Decidere prima il proprio destino, non significa condividerlo ancora quando si è "in quelle condizioni". E, mi chiedo, con quale diritto la società possa assegnare a qualcun altro il compito di spegnere una vita, in virtù di una manifestazione di volontà, magari non più modificabile, manifestata, magari, dopo una discussione da salotto, tra gente figa.
Quanto al suicidio uguale "disperazione", giusto per rispondere a Ww, un mio amico d'infanzia, attorno ai 40, senza che gli mancassero salute, danaro e successo, si tolse la vita lasciando scritto:"Nessun problema, è solo che mi sono rotto le palle". Questo solo per dire che considerare il suicidio un atto di disperazione e l'eutanasia un atto di liberazione, è indice di una visione abbastanza parziale del problema.

Barnaba ha detto...

Scusa Gians, ma da me si eranoincasinati i commenti per via dell'ora legale che regolato solo adesso nel blog :-)

Gians ha detto...

Efesto, il tuo commento mi pare contraddirsi: prima dici che non una questione di fede, poi dici che colui che crede ripone delle speranze. Mi chiedo in cosa? poi chiaramente non nego che la fede possa aiutare a superare il distacco dalla vita perchè promette un'altra vita ancora più gioiosa, ma proprio per questo non capisco tanta ostilità a passare a quella che i cattolici chiamano "miglior vita".

Gians ha detto...

Teddy, non possiamo di certo entrare nelle cellule spente di una vita vegetale per capire se questa abbia ancora voglia d'essere annaffiata, possiamo però porre un limite, un limite non imposto, me decisionale e quindi affidato a coloro vogliano scegliere di dare le loro direttive a seguito di questi drammi. Quindi non è la società che sceglie per gli individui, ma la società che diventa propensa a fargli scegliere. Non ci sta nulla di immorale in questo e anzi, sarebbe immorale scegliere per chi incosciente avrebbe voluto non vivere da vegetale.

Gians ha detto...

Fra, non troveremmo mai un orologio al polso uguale ad un'altro.:)

Efesto ha detto...

Mi sono riletta e non trovo la contraddizione. Rispondevo al tuo commento a proposito del lato buio non illuminato dalla fede.
Di fronte alla morte ciascuno si pone con la sua solitudine e il suo credo individuale, sia esso laico, cattolico o di altre religioni. Per il resto non capisco perchè tanto accanimento contro questa estrema, ultima scelta individuale.
Forse perchè la nostra religione ci dice che dobbiamo accogliere il dolore e la sofferenza come doni di Dio per espiare le nostre colpe?

Gians ha detto...

Tess, argomento tedioso questo è vero, ma per quanto possa sentirne, a me paiono tutte argomentazioni valide: a patto non si sconfini nei dogmi.

Gians ha detto...

Efesto, nel mio commento precedente a quello di Teddy ho volutamente conoscere il suo pensiero, e per questo ti dicevo che ci sta tutta una filosofia che mi piacerebbe conoscere, una filosofia personale, mica quella conosciuta e finora letta, ma pensieri tuoi miei e degli scriventi. Detto questo, il lato buio non sostenuto dalla fede è servito per una delucidazione da parte di Teddy a cui ho già risposto. La contraddizione probabilmente sta nell'espressione che hai usato e cioè questa: "Però aggiungerei che non è questione di fede, anzi. Colui che crede forse riesce ad affrontare l'immane sofferenza di certe malattie con una speranza che chi non credo non ha." Non credi?

Efesto ha detto...

No, non credo. Probabilmente ho scritto di getto e non è stata chiara la "disgiuntiva" (esiste il termine?).
Comunque io e te ci capiamo lo stesso, nonostante me, e le mie approssimazioni (sono stanchissima ma non ho sonno e ho gia messo la sveglia che suonerà tra meno di 6 ore ...)

Gians ha detto...

Efesto, il termine è comprensibilissimo: mi prometti che ora vai a letto e poi ne parliamo ancora? ;)

Arci ha detto...

da buoni italiani diamoci una buona grattatina ed inneggiamo alla vita: “chiù pilu pe’ tutti !!”

flyhigh ha detto...

ciao gians..scusa se disturbo, ma tu che sei una persona intelligente, mica mi spiegheresti il post lasciato da me da names11?..perche' io proprio non ci arrivo..grazie