domenica 21 novembre 2010

In cerca di una chiave




"Israele ha imposto in Cisgiordania un sistema di restrizioni di movimento per lungo tempo .Il movimento è limitato attraverso una combinazione di ostacoli fisici come blocchi stradali, checkpoint e il Muro, ma anche attraverso misure amministrative come carte di identità, permessi, residenza assegnata, leggi di ricongiungimento familiare e politiche relative al diritto di entrata dall’estero e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi. Ai palestinesi è negato l’accesso alle aree espropriate per la costruzione del Muro e le sue infrastrutture, per la costruzione di colonie, zone cuscinetto, basi militari e zone di esercitazioni militari, nonché le strade costruite per collegare questi luoghi. Molte di queste strade sono “solo per israeliani” e quindi proibite ai palestinesi. Decine di migliaia di palestinesi ogni giorno incorrono nel “divieto di spostarsi” imposto da Israele, non potendo quindi viaggiare all’estero. Molti testimoni ed esperti invitati per un colloquio con la Missione ad Amman o alle udienze a Ginevra, non hanno potuto incontrare la Missione a causa di questo divieto"

Dal rapporto Goldstone del 13 aprile 2009

Dateci qualche cosa da distruggere,

Una corolla, un angolo di silenzio, un compagno di fede, un magistrato, una cabina telefonica, 
un giornalista, un rinnegato, 
un tifoso dell’altra squadra,
 un lampione, un tombino, una panchina. 
Dateci qualche cosa da sfregiare, 
un intonaco, la Gioconda, 
un parafango, una pietra tombale.
 Dateci qualche cosa da stuprare,
Una ragazza timida, un’aiuola, noi stessi.
Non disprezzateci: siamo araldi e profeti.
 Dateci qualche cosa che bruci, offenda, tagli, sfondi, sporchi
Che ci faccia sentire che esistiamo.
Dateci un manganello o una Nagant,
dateci una siringa o una Suzuki.
Commiserateci.

Primo Levi


45 commenti:

Efesto ha detto...

Le vittime che diventano carnefici. Ora qualcosa da distruggere viene continuamente offerto ai palestinesi. I tuoi accostamenti sono molto potenti ed efficaci.

flyhigh ha detto...

L'odio si nutre di odio e la storia pare che non insegni nulla.

Gians ha detto...

Efesto, ci sta una "regola" innocua a cui chiunque, anche se non in possesso del giusto piglio storico dovrebbe attingere: la ragione è troppo spesso arma dei più forti.

Gians ha detto...

Perchè la storia non si ripete tale e quale, nonostante le sfumature siano molto simili.

Efesto ha detto...

I più forti sono in condizione di piegare la realtà al loro volere. Ma che non sia questa la chiave lo dimostra il fatto che, nonostante tutti i loro sforzi, non sono mai riusciti a zittire tutte le voci fuori dal coro.

Gians ha detto...

Efesto, è per questo che posti corna colorate sopra il tuo cammino?

Efesto ha detto...

Anche per questo, ma non solo ....

nicbellavita ha detto...

Ciò nonostante continuo a pensare che gli israeliani ne abbiano subite tante, anche in tempi recenti, e che le loro mosse siano solo delle risposte in difesa di se stessi.
OTTI'.
Ho cambiato un po' di cose, perdendone altre. Mi rimanderesti la tua email? basta anche un vaffanculo. ;)

Gians ha detto...

Efesto, sono venuto da te a cospargermi di cenere il capo

Efesto ha detto...

Con i capelli brizzolati sei ancora più affascinante .....
Vabbè, è tutta colpa del "Porca de Murca", forse è meglio andare a dormire ;)

Gians ha detto...

Nic, a parte il fatto che voglio eliminare l'orribile nomignolo che ti ha affibbiato, ora vado a correggere anche le tue assenze via mail. Un abbraccio, e per il resto del post non posso che tenere aperto il dialogo.

nicbellavita ha detto...

Fornodifango mi andava benone.

Gians ha detto...

Efesto, è tutta colpa del porco giuda "altrochè" m'avessi conosciuto castano!. ;)

Gians ha detto...

Nic, scegli tu, sono pronto a tutto.

Mk ha detto...

It's wonderfull....
Mi chiedo quando i padani lo faranno per noi terroni.

Arci ha detto...

quelle misure sono quelle maggiormente soft che si possano adottare per evitare attentati.

In alternativa c'è la doppia opzione: fare o subire violenza.

Camilla ha detto...

Arci, quelle misure sono effetto ma anche causa della violenza. E tra parentesi, ai coloni non glielo ha detto il dottore di andare a vivere oltre la linea verde, lo hanno scelto e molto spesso con un chiaro intento politico, quello di riaffermare il presunto diritto del popolo ebraico di cui si considerano rappresentanti di vivere in Giudea e Samaria. Che il Governo invece di prenderli a calci nel culo li protegga costruendo strade solo per loro, con i soldi degli altri Israeliani, e limiti la facoltà dei Palestinesi di accedere all'acqua, ai campi- vedi il tragitto del muro- e di spostarsi nel territorio che un giorno sarà il loro stato e che già costituisce zona di autogoverno non ha nulla, ma nulla, ma nulla a vedere con la sicurezza di Israele, ma anzi la ritarda drammaticamente. (Le parole sono brusche ma il tono non lo è affatto =D )

Camilla ha detto...

Bel post Gians...

rip ha detto...

gians, volevo solo ricordarti che sei pazzo.

Alberto ha detto...

E Obama? Non era una priorità del suo programma quello del problema palestinese?

Camilla ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Camilla ha detto...

Obama mica è il Padre Eterno! Ci prova, ma come si dice, il cielo aiuta chi si aiuta e da quelle parti non si aiutano. Se poi ci metti che la più timida opposizione a Israele fornisce ai Tea Party argomenti a bizzeffe e che lui deve anche pensare al consenso, ecco che il risultato può sembrare deludente... E in un certo senso è deludente davvero, ma non so chi avrebbe fatto meglio.

Marcoz ha detto...

"quelle misure sono effetto ma anche causa della violenza"

A me risulta che nello statuto di Hamas sia menzionato, come principio fondante, la sparizione dello Stato di Israele (in pratica, quest'ultimo si ritrova in una situazione di guerra premanente), quindi, che qualche colono faccia la pipì fuori dal vaso o meno, è questione irrilevante.

Arci ha detto...

cara CAMI, io so solo che col muro e con queste misure di controllo si è ottenuto il risultato di veder ridurre quasi a zero gli attentati nelle città israeliane.

Camilla ha detto...

Marcoz, prima di tutto Hamas non è nato dal nulla. Può piacere o non piacere - e a me non piace: visto che mi trovo a specificarlo ogni volta che intervengo mi farò una maglietta - però il suo successo si basa - oltre che sul welfare che eroga(va) - anche sul profondo disagio in cui vivono i Palestinesi e che risale a anni e anni prima dell'87, quando Hamas è nato. Poi possiamo anche credere che in realtà tutti i Palestinesi siano ferventi antisemiti e che noi al loro posto saremmo tanto diversi, ma mancheremmo il punto. Inoltre non esiste solo Gaza. La Cisgiordania è governata da Fatah, ma non mi pare che i Palestinesi siano tanto più liberi che dall'altra parte. E dire che il comportamento dei coloni scompare di fronte allo statuto di Gaza mi sembra un ragionamento avventato. La sola presenza dei coloni in Cisgiordania è causa di notevoli problemi per i Palestinesi: hanno strade riservate, su cui i Palestinesi non possono passare; hanno accesso privilegiato all'acqua; hanno, soprattuto, comportamenti violenti che in alcuni casi, soprattutto a Hebron, diventano vere e proprie vessazioni della popolazione. Tu parla con un Israeliano laico e mediamente intelligente, stai sicuro che dei coloni pensa quello che penso io, forse peggio visto che sono lui e i suoi figli a doverli difendere rischiando anche la vita. Poi è un discorso lunghissimo che ho sintetizzato al massimo e che magari possiamo continuare da me così non invado qui da Gians.

Gians ha detto...

Cami, sto leggendo tutto con attenzione: non stai invadendo ma arricchendo.

Marcoz ha detto...

Io non ho giustificato i coloni, ho detto quello che ho detto: che gli ebrei, alla maggioranza dei musulmani (Hamas è solo un esempio), non vanno giù, nemmeno se dovessero lasciare l'area e rifugiarsi su di un'isola sperduta del Pacifico.

http://vimeo.com/16779150

Dati questi presupposti (veri? falsi? Boh, non conosco l'arabo), tutto il resto è facite ammuina.

Camilla ha detto...

Arci, tu sollevi un punto giusto e delicato. Che gli attentati si siano ridotti a zero è un fatto e non può che essere considerato positivo. Ma ci sono almeno due considerazioni che vorrei fare. La prima è: il muro è necessario, va bene. Vogliamo isolare Israele e Palestina. Spiegatemi però allora perché questo muro non corre sul confine della linea verde ma invade ripetutamente la zona che è riconosciuta da tutti a livello internazionale come futuro stato palestinese. Con che diritto tu costruisci su una terra che non è tua, e che teoricamente neanche tu consideri tua? La causa sono ancora loro, i coloni. Si è cercato di inglobare il più possibile di insediamenti vicini al confine, oppure di far girare il muro in modo tale da separare questi dalle zone palestinesi. Risultato: alcune città, in particolar modo Qualqulyia, sono accerchiate. La loro economia è strozzata. Adesso io posso fare anche un discorso di opportunità, del tipo: quanto conviene a Israele che i Palestinesi restino poveri e incazzati, ma non mi va di farlo. Mi va di chiedere, anche candidamente: che diritto hai di accerchiare una città? Di costringere la gente a passare un check point quasi anche per andare al gabinetto? Io non lo accetterei, e nemmeno tu. Seconda considerazione. Ho sentito dire molto spesso che Israele è un genio della tattica e una schifezza nella strategia e per quanto severo è un giudizio in parte giusto: i governanti di Israele hanno quasi sempre navigato a vista. Per la difficoltà della materia, certo, ma anche per non perdere consenso. L'unico con i contro maroni, capace di sopportare una perdita ora per un grande guadagno domani era Rabin e sappiamo come è andata. E quindi io mi chiedo: il muro è una soluzione? Avvicina la pace? O è un tampone - anche necessario - ma che doveva solo essere temporaneo? Perché se non risolvi il problema alla radice, questo si ripresenterà e sarà ogni volta più difficile da affrontare.
Ultima cosa, e vale anche per Marcoz. Le mie conclusioni possono sembrare molto sbilanciate da una sola parte, ma è così solo perché parlo con voi, che probabilmente condividete tutte le mie riserve sui Palestinesi, e quindi trovo inutile ripeterle. Vorrei invece che analizzaste anche i limiti di Israele che a volte idealizzate e difendete secondo me troppo. Certo non è una situazione facile quella di questo stato e non sono santi quelli che stanno dall'altra parte della barricata, ma se ci chiediamo: ma Israele ha dato il 100%? ci dobbiamo rispondere no.

Gians ha detto...

Tutti, Un questione puramente religiosa cari miei non potrà mai avere una soluzione politica:

Egregio Lord Rotschild,
E' mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo.
"Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adoprerà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni"
Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista.
Con sinceri saluti
Arthur James Balfour

Dobbiamo instillare nelle menti di generazioni di musulmani l’idea che la causa palestinese è una causa religiosa, e deve essere affrontata su queste basi. La Palestina include santuari islamici come la moschea di al-Aqsa, che è collegata alla Santa Moschea della Mecca da un legame che rimarrà inseparabile fino a quando i Cieli e la Terra non passeranno, dal viaggio del Messaggero di Allah – possano le preghiere e la pace di Allah rimanere con Lui – fino alla stessa moschea di al-Aqsa, e alla sua ascensione da essa.

Estratto dal codice di Hamas

Camilla ha detto...

Quel video lo conosco, tanto che se vai su canaledisicilia.blogspot.com vedi che l'ho anche diffuso. Ma:
- Su che basi parli della maggioranza dei mussulmani? Che a moltissimi mussulmani, specie quelli che vivono nei paesi arabi, gli Israeliani non stiamo proprio simpatici è un fatto. Che ci siano paesi - io so della Siria, ma ce ne saranno altri - dove gli ebrei pregano protetti dalla polizia è un'altro fatto. Nessuna delle due è una bella cosa e se la prima ha una causa logica la seconda è molto grave. Ma questo fa la maggioranza dei Mussulmani? La seconda comunità ebraica del Medio Oriente dopo Israele è in Iran. Una repubblica islamica dove un rappresentate della minoranza ebraica ha il seggio riservato in parlamento. In Marocco un ebreo è ministro. Ci sono un miliardo e mezzo di mussulmani. Fare di tutta l'erba un fascio è una semplificazione che non ha senso.
- Come ho scritto a Arci, Israele non fa molto per farsi amare dal mondo arabo. Tu lo conosci il video in cui Netanyahu si vanta di aver sabotato gli accordi di Oslo? Ed è solo un esempio. Gli Arabi hanno un senso di fratellanza per i Palestinesi - almeno i popoli, i Governi se ne sbattono e questa è un'altra causa del problema - che a noi risulta ridicolo ma che li porta a soffrire per tutto quello che succede ai Palestinesi come se venisse fatto a loro: e le tv arabe non sono come le nostre che censurano - a volte a torto, a volte a ragione per rispetto - i morti fatti dai raid aerei israeliani: li fanno vedere eccome e questo provoca una reazione. Mettici anche - e in questo la colpa è totalmente da parte araba - che i media e i governi non fanno nessuno sforzo per andare oltre lo stereotipo dell'israeliano-sionista-ladro di terra dicendo ad esempio come mai stanno lì ed il quadro è completo...
- A prescindere da tutto quello che ho detto finora, che diritto ha Israele di far insediare coloni in Cisgiordania (morale, politico, sociale)? Nessuno. Ce l'ha solo secondo una concezione religiosa ma, mi spiace, questa è una ragione che da te non accetterò =P =D (lo so che odio gli smile, ma non volevo equivoci sul tono di questa ultima frase, quindi perdonameli)

Marcoz ha detto...

"Israele che a volte idealizzate e difendete secondo me troppo.".

Mah, io, in sei anni che bazzico i blog, sarà la seconda o terza volta che intervengo sull'argomento, e solo per fare considerazioni di carattere generale, come quella qua sopra.
Quindi, mi sento in diritto di respingere l'addebito, serenamente e pacatamente (cit.).

Camilla ha detto...

Però Gians io ho letto anche di tanti laici, soprattuto dal lato Palestinese, che dicono che vederla come una lotta di religioni è una mistificazione. E molti Israeliani ti diranno che loro sono un popolo e non una semplice religione. Il problema è che in un problema politico si è innestata fortemente la componente religiosa (basti vedere come la lotta Palestinese, che negli anni '60 '70 e '80 era gestita da laici e comunisti - Arafat e Abu Mazen e Habbash - abbia preso una piega di Guerra Santa nella Intifada Al-Aqsa. Certo la differenza religiosa esaspera la cosa, però il problema di base rimane politico e infatti non penso che i Palestinesi cristiani abbiano una opinione di Israele più alta di quella dei loro compaesani mussulmani. Secondo me il problema veramente grande è che manca un leader con le palle a tutti e due e manca - soprattutto da parte Palestinese, ma purtroppo si sta assottigliando a vista d'occhio anche dal lato Israeliano - una società civile che possa mettere in campo battaglie civili come in America per supplire alle mancanze della classe dirigente.

Marcoz ha detto...

Non sono dell'idea che tatticamente Israele non abbia responsabilità (esistono guerre "pulite"?).
Infatti io sto parlando di strategia.

Camilla ha detto...

La strategia è fallimentare. Vedi il nuovo caso delle costruzioni in Cisgiordania, che metà del Governo (Bibi no: e se lo ha capito lui...) non vuole fermare. Quanto all'appunto, puoi rimandarlo al mittente ma non citarmi Walterloo, ti prego.

Gians ha detto...

Cami, sarei davvero curioso di conoscere la percentuale di laici o meglio atei presenti nel governo palestinese e più in generale nel popolo. Non ho trovato dati che possano confortare questa tesi ma credo sia pari a zero. Inquadrare in quest'ottica il conflitto non mi pare azzardato, poi è vero ci saranno migliaia di persone da entrambe le parti pronte a fare accordi sui territori e su una pacifica convivenza, ma credo siano davvero una percentuale senza voce in capitolo e forse pure perseguitata,

Camilla ha detto...

Atei pochissimi. Quasi zero. Laici quasi tutti quelli di Fatah, dei partiti della sinistra e dello schieramento di Mustafa BArghouti. Sulla popolazione non so. Dipende. Come Tel Aviv non è Gerusalemme, Ramallah non è Hebron - Gaza non ne parliamo. In ogni caso non criticavo l'impostazione in sè, ma riportavo voci dissenzienti a puro titolo informativo (magari sono loro a vedere solo la parte di società in cui vivono).

Marcoz ha detto...

Se ci si avvicina troppo, si perde il quadro complessivo al quale mi riferisco:

obiettivo strategico degli ebrei = la vita dello Stato di Istraele;

obiettivo dei nemici degli ebrei = eliminazione degli ebrei e dello Stato di Israele

Camilla ha detto...

Ed è qui che ti contesto: non è così, è una semplificazione pericolosa perché legittima gli Israeliani a fare di tutto per proteggersi, compreso uccidere moltissimi civili perché, sarà ridicolo dirlo ma è così, non valutano correttamente i pericolo. Guarda quello che è successo con Gaza, o meglio ancora con la Freedom Flotilla. Io penso che in realtà vederla come un dentro io fuori tu sia proprio il modo per non uscirne: qui o si salvano tutti o non si salva nessuno.

rip ha detto...

(OT: gians, tu, nessun dubbio :-P)

Marcoz ha detto...

No, Cami, io (io, almeno) non "legittimo" nessuno a fare alcunché (tra l'altro, qui, si parla tra di noi, e non c'è il rischio che qualcuno prenda a pretesto le mie parole). Faccio solo una osservazione. E la mia osservazione è sintetizzata nel paradigma di cui sopra. Vero? Falso? Ritengo sia vero, ma potrei sbagliami per mancanza di conoscenze adeguate.
Però, se le cose stanno come la vedo io, allora può succedere di tutto e di più, ma il problema non avrà mai soluzione.

Camilla ha detto...

Scusami Marcoz, forse allargo troppo il campo, ma parlando e soprattutto leggendo le opinioni di alcuni Israeliani notavo che si nascondevano dietro questa opinione: loro vogliono ucciderci tutti come in un secondo Olocausto, noi siamo autorizzati a difenderci, anche a costo di uccidere ingiustamente qualcuno dei loro, tanto non saranno mai sei milioni. Che poi non è che si nascondono, lo pensano davvero, e alcuni di loro li posso assolutamente capire, dopo quello che hanno passato. Ma mi rendo anche conto che ragionare così ti fa chiudere nel cantuccio. Si tratta di un ragionamento delicatissimo ed io a volte ho paura di pontificare - chi sono infondo? - però ci ho riflettuto molto e non parlo a cuor leggero. Io spero di cuore che arrivino alla pace.

Marcoz ha detto...

Perché scusarsi? Non mi sembra il caso.
Ho solo ribadito per chiarezza.
Vedi, affrontare questo argomento, per me, è come quando succede di parlare di eutanasia con un clericale: si arriva a discutere del ruolo di terze persone, della reale possibilità di determinare la volontà espressa in precedenza da individui privi di coscienza, e via dicendo; tutti aspetti da tenere in giusta considerazione, naturalmente. Però è tutto inutile, perché, pur rimuovendo tutti questi "ostacoli", il clericale sarebbe comunque contrario per principio.

Buona serata

Gians ha detto...

Rip, leggi e impazzisci con me: non è forse da folli riuscire nell'intento di mettere insieme posizioni tanto diverse sempre nel rispetto delle posizioni? la mia follia oltre che farmi leggere questa meraviglia, mi arricchisce, e tu del resto si ben predisposto a questo. Un abbraccio a te e a tutto il mondo che riesce in questo.

Camilla ha detto...

Buona serata a te Marcoz... NOn so se ti riferissi a me o parlassi in generale ma ti garantisco che io cerco di farmi una opinione svincolata dalla massa... E che non è mai a priori.

Marcoz ha detto...

@Cami
Non so dove potrei aver dato l'idea di tacciare te o chiunque altro di seguire pedissequalmente un pensiero dominante.
Non ci pensavo minimamente.