30 settembre Mario Geremia, 55 anni morto investito dall'alta concentrazione di ossido, lavorava per la Vinigris 25 settembre Salvatore Balistreri, 42 anni morto precipitando da un'impalcatura 25 settembre Domenico Vecchione morto precipitando dal terzo piano, lavorava per l'Ap 17 settembre operaio, 38 anni morto travolto e schiacciato da un muletto, era dipendente della Koine' Questi sono solo tre nomi di una lista ben più lunga di morti -ammazzati- sul lavoro. Ogni anno in Italia si supera il triste record Europeo dei mille e passa morti, in media più di tre al giorno. Fa bene quindi Napolitano a indignarsi sulla superficialità e le gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori. E' poi cosa certa che un muratore, un boscaiolo, un elettricista, quando esce di casa per recarsi nel luogo di lavoro, non si aspetti di lasciarci le penne, cosa che al contrario un militare della Folgore o degli Alpini mette purtroppo in conto. E allora caro Napolitano, che dice: la mettiamo qualche bandiera Italiana sulle bare di questi operai, e magari ci aggiungiamo una medaglia al valore, come quelle che domani distribuirà alle famiglie dei militari scomparsi, i quali loro per primi si definiscono dei semplici lavoratori?
L'Angolo del Rockpoeta®: "Fuochi D'Artificio"
1 giorno fa
23 commenti:
E come la mettiamo con il brunetta che recentemente ha affermato l'inutilità della 626 ???
:-(
Ama, la mettiamo malissimo, anche perchè il Brunetta o è distratto oppure non arriva a prendere i volumi dagli scaffali; la legge 626, infatti è stata rimpiazzata dal testo unico sulla sicurezza del 2008, ossia il D.lgs 81/08. :)
un amico economista mi disse che le percentuali di morti sul lavoro in Italia sono fatte male e - per questo - sembrano maggiori del resto d'europa.
Pare che includano anche i lavoratori morti in auto mentre vanno al lavoro.
Non so se è così, ma non mi meraviglierebbe.
Tuttavia è giusto che anche a questi morti debbano essere tributati tutti gli onori. Non si deve morire per portare il pane a casa.
E condivido pure che si facciano troppi piagnisdei sui soldati morti.
Vanno rispettati e celebrati, ma il pericolo è insito nella loro missione. E la stampa non dovrebbe raccogliere ed amplificare il dolore delle famiglie.
io mi accontenterei di un rapido accertamento delle responsabilità e della giusta punizione dei colpevoli che, nel caso delle morti sul lavoro, non dovrebbe essere complicato individuare. Voglio vedere, poi, se funziona di più la deterrenza di una giustizia davvero funzionante o la insipida campagna pubblicitaria di questi giorni.
caro ALTER, hai perfettamente ragione. Ma sai meglio di me che la giustizia in Italia non funziona. I processi non finiscono mai prima che intervenga la prescrizione.
La sicurezza sul lavoro e'fondamentale e lo stato dovrebbe assicurarsi di garantirla, perche'morire per guadagnarsi uno stipendio, per mantenere la propria famiglia, e' una vergogna per uno stato che si definisce civile...e'vero che un militare invece lo mette in conto, ma poi quanto sono necessarie queste missioni del cavolo? La Russa manderebbe il proprio figlio in Afghanistan?
non fa una piega
sono vere entrambe le cose.
mi permetto di segnalare questo link:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/10/infortuni-e-morti-bianche-in-calo-ma-e-il-lavoro-nero-a-far-diminuire-le-denunce/70758/
sembra che le morti sul lavoro siano in calo, ma sono sempre troppi
mi chiedo quante famiglie, tra quelle colpite dal lutto, siano state adeguatamente risarcite...
da leggere anche questo:
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=Per_i_Giornalisti/Rassegna_Stampa/Indice_Cronologico/2010/Luglio/16/INAIL_nazionale/info-647463610.jsp
la tragedia, purtroppo, non finisce solo con un funerale...
Arci, diciamo che la stampa dovrebbe dare pari risalto anche ai lutti nei luoghi di lavoro, solo che oramai questo genere di notizia non fa scalpore, e se lo fa, significa che è venuta giù una catastrofe in stille Tyssen.
Alter, quasi sempre questi datori di lavoro la passano liscia, o al massimo con qualche denuncia amministrativa.
Fly, lo sato dovrebbe fare di più, ma già fa tanto, credimi la legge 81/08 è precisissima se messa in atto dalle aziende, forse una delle migliori in Europa. Purtroppo questo non avviene, quindi che dovrebbe fare lo Stato -e quì hai ragione- se non aumentare la vigilanza nei cantieri e in tutte le aziende a maggiore rischio, cosa che non succede per mancanza di fondi.
Tess, è tutta la sera che mi congratulo da solo! :)
Devarim bentrovato, purtroppo si, sono vere.
Ww, anche se non riesco a vedere il secondo link, posso dall'argomento intuire di cosa si parla. Sul primo invece è chiaro che la diminuzione dei caduti sul lavoro, è in gran parte mascherato dal lavoro sommerso. Altra cosa che capita molto spesso di sentire, quando capita il morto, è che quasi sempre il datore di lavoro parla di lavoratore appena assunto, una falsità che serve per salvarsi il culo, in realtà quel lavoratore magari da anni lavorava in nero per la stessa azienda.
Sai bene che sono contrario al pacifismo senza se e senza ma. Purtroppo ci sono parti del mondo in cui servono interventi armati per impedire nuovi massacri e genocidi (vedi Ruanda e Somalia nei primi anni '90 o Sudan e Libano di oggi). In Afghanistan sarebbe servito un maggior apporto all'alleanza di Massud fin dal '96, per impedire ai talebani di salire al potere. Ora si piangono i mali causati da una pessima politica estera, più attenta agli interessi economico-commerciali che non al destino di paesi in via di sviluppo. Dobbiamo andarcene? Sinceramente non lo so. Una cosa certa è che siamo (come forza militare) odiati da tanti, troppi afghani. Ci lamentiamo di Karzai, imposto dalla vecchia amministrazione Bush, perchè sperpera soldi e non riesce a governare. Ci lamentiamo dei tanti signori della guerra che governano indisturbati fuori da Kabul, alcuni imponendo burqua e umiliazioni, altri vivendo del traffico di armi e droga. Ma chi è causa del suo male pianga se stesso.
Molti si arrualano perché non hanno nè cielo da vedere nè terra da camminare.Nel senso che diventa l'unica forma di sopravvivenza possibile in una società che chiude le porte in faccia ai giovani, non dà loro alcuna prospettiva di lavoro e li tiene in aprcheggio all'università e/o syulle spalle di mammà.Il problema è proprio questo,Gians.E' un lavoro, una missione 0o solo l'ultima spiaggia?E,in questo caso quanto vale una vita spezzata se davvero la sua era solo un modo di sbarcare il lunario?E' forse giusto definirli eroi e dare loro la medaglia?Mah.onestamente non lo so.Iodarei una medaglia a chi cerca di tenere questo paese in piedi nonostante tutto.
Leo, mi pare di capire che condividi le posizioni di Bersani, sai di essere uno dei pochi?
Moni, la tua visione sull'arruolamento dei giovani mi pare piuttosto antiquata. Ora per entrare in corpi specializzati come quelli in questione, è quasi come vincere un concorso per insegnante di ruolo. Quindi da questo le motivazioni che porti mi sembrano prive di fondamento.
Eh no, caro mio...qui quasi tutti si arruolano per portare la pagnotta a casa.Non è antiquata la visione:è quella che vedo tutti i giorni avendo mariti di colleghe che questo "lavoro" fanno.E non c'eri quando piangevano perché i mariti sono partiti per raggranellare qualche soldo in più perché si dovevanop fare i lavori a casa o perché stava per arrivare il secondo figlio.Non c'eri quando il fratello di Daniela è morto l'anno scorso in missione, e non c'eri quando l'ho abbracciata e lei mi si è frantumata tra le braccia.Non ho una visione antiquata:ho il polso della realtà.Almeno qui.Un altro fronte di guerra.Chi ci dice che la guerra qui sia solo quella che si combatte con le armi?
Moni ecco! letto in questo modo il tuo commento precedente assume un'altro significato. Infatti precisi -ma solo ora- il fatto che i mariti delle tue colleghe/amiche già erano arruolati tramite concorso, e solo dopo hanno scelto di partire in missione per ragranellare un di più, atto a sostenere famiglia o quant'altro. Per questo il post suggeriva sul finale queste parole: "..alle famiglie dei militari scomparsi, i quali loro per primi si definiscono dei semplici lavoratori" questa frase serviva appunto a mettere sulla stessa bilancia, persone che per scelta/necessità accettano lavori spesso rischiosi, cosa che è la guerra e non dovrebbe essere lo scenario di un cantiere edile.
Pensavo che si leggesse tra le righe.Evidentemente mi sono sbagliata e sono stata fraintesa.Che poi ti torno a ripetere:non è guerra lo stesso sotto altre forme e sembianze quella che si combatte ogni giorno, magari guidando un taxi-lavoro anche quello-investendo accidentalmente un cane e finendo in fin di vita all'ospedale?...la guerra non è solo bombe e fucili,Gians:)
Moni, boooommmm. :))
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