Tra le attività quotidiane, -che svolgo con una certa incostanza- ci sta quella di dare uno sguardo al sito Open parlamento.it. Quello che mi ha colpito anche stavolta è un DDL, il 2237 -Norme per la regolazione dei rapporti tra stato e la congregazione Cristiana dei testimoni di Geova- è l'assoluta incompatibilità tra fede e stato, eppure l'articolo 8 della costituzione parla chiaro: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano". Quì mi viene da sorridere, la confessione Cattolica Cristiana sappiamo bene quanto cozzi e sia in contrasto con i diritti civili di ogni cittadino, sanciti dalla costituzione. Vediamo quindi, solo per citarne una, in cosa la congregazione dei testimoni di Geova sia in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano. Ebbene, a ogni testimone di Geova è assolutamente vietato partecipare alla vita politica, quindi anche semplicemente presentarsi alle urne per esprimere il suo voto. Ricordo che l'articolo 48 recita in una sua parte: "Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge" Sono sempre più convinto che tra stati e religioni non vi sia nulla da regolamentare, se non le distanze da tenere l'uno dall'altra.
giovedì 2 settembre 2010
Stato e fede
Tra le attività quotidiane, -che svolgo con una certa incostanza- ci sta quella di dare uno sguardo al sito Open parlamento.it. Quello che mi ha colpito anche stavolta è un DDL, il 2237 -Norme per la regolazione dei rapporti tra stato e la congregazione Cristiana dei testimoni di Geova- è l'assoluta incompatibilità tra fede e stato, eppure l'articolo 8 della costituzione parla chiaro: "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano". Quì mi viene da sorridere, la confessione Cattolica Cristiana sappiamo bene quanto cozzi e sia in contrasto con i diritti civili di ogni cittadino, sanciti dalla costituzione. Vediamo quindi, solo per citarne una, in cosa la congregazione dei testimoni di Geova sia in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano. Ebbene, a ogni testimone di Geova è assolutamente vietato partecipare alla vita politica, quindi anche semplicemente presentarsi alle urne per esprimere il suo voto. Ricordo che l'articolo 48 recita in una sua parte: "Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge" Sono sempre più convinto che tra stati e religioni non vi sia nulla da regolamentare, se non le distanze da tenere l'uno dall'altra.
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17 commenti:
dici bene, caro Gians, ma il fatto è che lo Statuto della Congregazione dei Testimoni di Geova mica contiene quel divieto...
Come non darti ragione!
beh, in fondo anche ai cattolici, fino a meno di 100 anni fa, era inibita la partecipazione al voto. sono rimasti un po' indietro, ma mica tanto!
libera chiesa in libero stato, no?
lo diceva cavour, che a forza di rigirarsi nella tomba a quest'ora sarà ridotto ad una spirale di cenere nera...
p.s. disabiltati i commenti solo su quel post
non vorrei dover discutere con le beghine, se mai ce ne fossero in giro ancora...
gians, continua a guardare. Mi sa che tra un po' ci trovi qualche altro divieto
Alter, chiaramente resto in attesa di altre smentite, ma su quanto dici, ho appena postato un documento che non dovrebbe lasciare spazio a dubbi.
Fly, grazie, ma se ti capita, sappi che non disdegno il dibattito. ;)
Shylock, infatti non vi è nulla che gli differenzia.
Ww, ancora oggi non riesco a capire come un pensiero tanto lungimirante non sia stato fatto proprio dalla nostra costituzione, o meglio, in parte lo è, solo che durante i concordati -come pure lo è questo- i nostri politici non si degnano di dare uno sguardo a quelle che sono le differenze tra leggi laiche e leggi religiose.
Tess, ho volutamente limitato quelle che per me sarebbero buone ragioni per non aderire a tale confraternita, una per tutte: avrei paura di morire dissanguato. ;)
hai ragione, Gians, sono stato troppo criptico nel commentare il tuo post. Intendevo dire questo: una cosa sono i comportamenti quotidiani degli adepti, le direttive e gli insegnamenti impartiti dai loro capi, i divieti imposti etc., altra cosa è stabilire se vi sia una violazione dell'art. 8 della Costituzione (quella che a te sembra evidente). Per farlo, devi analizzare lo Statuto (a quello si riferisce, banalmente, l'art. 8 della Costituzione) della Congregazione e verificarne la compatibilità con l'ordinamento giuridico italiano. Ma, come dicevo, nello Statuto sono semplicemente scritte le regole di vita della organizzazione, non certo l'elenco dei divieti religiosi del tipo (inconcepibile) che tu hai giustamente evidenziato.
Alter, per primo ti ringrazio, giuro e spergiuro su di me che leggerò tutto lo statuto della congrega -abbrevio la parola non per comodità- farò in modo d'essere obbiettivo per quanto sia possibile per un agnostico. Per il resto mi piace il nascondino, a un certo punto si dice liberi tutti.. a questo punto uno stato libero dovrebbe decidere chi riammettere al gioco. Ma questo sappiamo bene non succederà.
ti giuro, so essere anche meno precisino e noioso...
I cattolici, dopo la formazione dello Stato unitario e la presa di Roma del 1870, si tennero fuori dalla politica per scelta papale.
Quando vi fecero ritorno Benedetto Croce ebbe ad osservare: "la cosa mi preoccupa, temo il lungo digiuno".
Ho detto tutto.
Alter, fai pure, fossero così tutti i noiosi. :)
Arci, non sarai mica uno dei fratelli Capone?
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