Nella ricca Pistoia, che ogni madre o padre, sia spesso persona in carriera, dedita a giornate di intenso lavoro è cosa sacrosanta. Che nella ricca Pistoia, quindi è altrettanto verosimile, che i bimbi, appena finita la succhiata mattutina di latte materno -unica e sola giornaliera- vengano spediti e dati in mano, a persone non meglio identificate, non mi quadra. Questi luoghi, hanno sempre nomi fiabeschi, ma sempre di parcheggi si tratta. Comodo, si esce per andare all'ufficio, si lascia l'auto in terza fila, che più che un'auto pare un caterpillar, si rifila il pargolo biondo nella ululante hall di un asilo e si scappa in gran fretta per il primo briefing della giornata. La retta dell'asilo, del resto va pagata ogni mese, e poco importa se il piccolo di pochi mesi, conosce più le sevizie, di una insegnate poco raccomandabile, che le attenzioni di genitori attenti. Che nella ricca Pistoia, -ma è solo un esempio- non si capisca che, la vera ricchezza è il tempo che si riesce a dedicare a se stessi, quindi al benessere nostro e di chi ci sta più a cuore, è segno di un paese in affanno.
L'Angolo del Rockpoeta®: "Oggetti"
6 ore fa
26 commenti:
condivido al 200%, caro GIANS
Anch'io, Gians: ieri ero allucinata (e lo sono anche oggi).
Mai mente umana dovrebbe concepire certe cose orribili.
Uhm.
UhmUHm.
etc.
Che non si possano condannare i genitori che vanno a lavorare è un dato di fatto visto che senza denar nun si cantano messe.
Che la donna si debba realizzare lavorativamente e affettivamente e che non ci siano sufficienti asili nido comunali a supporto è inconfutabile.
Che il discorso sulla qualità e non sulla quantità del tempo da dedicare sia vero e non un alibi ci troviamo d'accordo.Nun parlamm delle macchine parcheggiate davanti al cancello di scuola che mi inca*** perché non riesco mai a trovarlo libero e vabbè.
Transit.
E' che questo non è un lavoro.E farlo per lavoro può portare anche a questo.E che ci siano personaggi poco inclini a tale compito,lo sappiamo.Ne girano di leggende metropolitane sul fatto che bisognerebbe fare i test psicologici agli insegnanti .E il burn out non è che non esista.Tutt'altro.
Credo che il personale sarebbe dimezzato se davvero si facesse un'indagine a tappeto in tal senso.
E Si sa come funzionano i privati:poco personale , fabbrica di soldi super lavoro per chi c'è dentro.E c'è chi mantiene l'equilibrio ,ama il proprio lavoro e lo fa bene.E c'è chi scoppia .Loro sono scoppiate.Tante fanno il pelo sullo stomaco e dopo anni di questo lavoro non ne possono più,non leggono più candore negli occhi dei bambini, non si lasciano più intenerire dai loro sguardi,diventano tipologie.A un anno fanno una cosa ,a due altre.etc...spesso nel mio pellegrinaggio continuo-e ne posso parlare con cognizione di causa visto che ormai ho scelto di restare nell'asilo nido da ben 6 anni- mi sono ritrovata a chiedermi se il tempo mi porterà a diventare cinica come tante che non si meravigliano più per un progresso di un cucciolo.Ma poi ne vedo altre che dopo 30 anni sorridono ancora e mi rincuoro.Se uno ama questo lavoro, lo amerà per sempre e lo farà sempre con amore.le altre possono marcire in galera .Che non è necessariamente quella istituzionale.ci sono quelle mentali che sebbene seppellite prima o poi verranno fuori.E allora faranno i conti.
E vabbè.Vorri dire tanto altro ma sta cosa mi lacera il cuore se penso che quei bambini hannio l'età dei cuccioli che ho io che ti guardano sorridenti e dalle braccia delle mamme si lanciano verso di te sorridenti e fiduciosi....E non solo ululanti Gians.se faio un'accoglienza serena diventa una festa.E non perdi la fiducia nel mondo guardando quegli occhi.Fin quando ci saranno i bambini ci sarà sempre una speranza di un mondo migliore.
Arci caro, sai che sono felicissimo d'essere un tuo amico da lungo tempo, ma quel 200% credimi mi da da pensare. :) il che non è negativo.
Enne, eppure esistono le cose orribili, io chiaramente posso riferirmi solo e soltanto a quelle che per me lo sono. In questo caso specifico, le responsabilità legali sono chiare, quelle etiche ma sopratutto di buon senso da parte dei genitori, tutte da discutere.
Moni, sapevo di poter contare sul tuo apporto, anzi ci speravo. In questo post apparentemente generico, ho volutamente inserire dei paletti che tu hai deviato e quindi riconosciuto uno per uno. La passione di certi insegnanti rispetto ad altri, la loro capacità, pazienza e livello oggettivo di essere dei capaci educatori, cozza di certo con deviazioni date da motivi psichiatrici di cui la categoria degli insegnanti soffre e di cui potrebbero essere pure vittime. Ora sarebbe il caso, e di questo volevo parlare, di chiederci se un bimbo di pochi mesi non abbia il diritto di stare con la sua madre o padre in ogni attimo della sua crescita. A me non sconvolge il docente fuori di testa, quanto semmai una società incapace di gestire i beni più cari -penso ai figli- in nome spesso, di una posizione sociale, irriguardosa degli stessi. Un bacio e scusa se non rileggo. ;)
Gians, ci sono delle priorità e degli strumenti.
Quelli ci sono per stare con i figli e si chiamano congedi parentali.Ma non ci sono solo dipendenti pubblici e privati buoni che ti danno tutto ciò che ti spetta per legge.Le mamme che lavorano in Italia sono le più tutelate d'Europa.Ebbene sì.Ma ci sono tanti datori di lavoro che :ti licenziano se hai il pancione;sei sposata non ti assumo perché potresti diventare mamma e non posso pagare la tua sostituta;astensione facoltativa per maternità?neanche a parlarne:o rientri o ce ne sono trenta che aspettano che si liberi il tuo posto.E una madre che deve fare?Come fai a campare senza soldi?Che gli dai da mangiare?E allora fai come puoi .Ti arrangi.Non è facile: ci sono passata anche io.Lavoravo nella scuola privata e la mia bambina era piccola piccola e andava in un'altra scuola privata ma si ammalava sempre perché era piccolina e non aveva anticorpi.Io non mi potevo assentare perché mi avrebbero licenziata e mi serviva il punteggio e così la piccola stava dalla nonna ,chiedeva della mamma e per poco con una broncopolmonite non la stavo perdendo.Con tutto il codazzo di critiche genitoriali.Ma come credi che io mi sentissi?Alla fine implosi e mi ammalai di ipertensione.E avevo 30 anni.I sensi di colpa li porto ancora oggi che lei ha 11 anni e si muove in maniera più autonoma.Ma pensi che una mamma non se li porti i sensi di colpa?secondo te quei genitori come si sentono??hanno la necessità di credere che quelle due str***siano i MOSTRI più mostruosi mai esistiti per non farsi schiacciare dai LORO sensi di colpa.
Io rileggo:DDD
Moni, anzitutto, alcune precisazioni. Ho parlato di persone in carriera, di suv in terza fila, e di asili di "nicchia" mica di quelli dovuti per legge in base al redditto. Detto questo, l'affanno di cui parlo è dovuto ad una scarsa attenzione per la famiglia, sia chiaro intesa come genitori e figli, non quella sacra! le persone comuni di cui parli tu e in cui io mi sento coinvolto, nonostante le ristrettezze economiche, riescono come per "miracolo" -e io non credo ai miracoli- a far sì che i propri figli crescano bene e comunque, senza per questo ricorrere ad asili della prima infanzia. Non credi che , in casi come questi ci sia una responsabilità almeno morale di chi poteva starsene a casa e badare ai sui figli e che invece ha badato ad altro?
Di scrupolo me ne porterò dietro uno enorme (la separazione, sebbene non fosse un capriccio), ma ho avuto la fortuna di potermi crescere l'unno. Poi il padre lo mandò all'asilo a 2 anni perchè, essendo figlio unico, doveva socializzare, ma io me lo sarei tenuto a casa un altro anno.
Ma se, puta caso, allora avessi avuto bisogno di più denaro come oggi (amici, il divorzio impoverisce), sarei stata costretta a lasciarlo anche prima.
l'asilo non è un parcheggio. è un momento di crescita del bambino, dove impara a stare con altri bambini della sua età, a relazionarsi, a smettere di pensare di essere al centro dell'attenzione ecc ecc..quindi asilo asilo, e non cominciamo a colpevolizzare le madri che dovebbero rimanere a casa ad allevarseli e compagnia bella. asilo anche per i figli delle casalinghe, soprattutto per i figli delle casalinghe . L'unica precauzione è cercare un asilo (ma questo vale pure per la scuola) affidabile, serio, pubblico, che sia garanzie.
diffidare dei privati, di quelli messi su dalla mattina alla sera, di quelli che ti offrono 5000 attività strane e non ne fanno neanche una...
(non sono una maestra d'asilo, ma ho avuto tre figlie, che dall'età di 2 anni sono andate all'asilo, per la salute mentale loro e mia)
Enne, che l'asilo sia fondamentale per la crescita è fuori discussione. Chiaramente io mi riferisco a tutte quelle situazioni in cui per esigenze lavorative si lascia il proprio figlio otto ore in un luogo, che alla fine per il piccolo diviene più familiare della propria abitazione.
Concordo con miss minnie e rilancio.I bambini devono stare a scuola,un ambiente formale in cui imparano a superare l'egocentrismo,a relazionarsi con gli altri e le regole .Poche ma basilari.Inoltre si può capire se hanno qualche difficoltà,arrivano alla scuola elementare pronti.Il problema è che non si può ovviare Gians a questa necessità.E pretendere che la femmina stia a casa a crescere il figliolo è anacronistioco per loro e noi.E pretendere che siano cresciuti dai nonni è ancora peggio:crescono viziati e con un'educazione inadeguata ai tempi anche se l'educazione non è una questione di mode.la società è cambiata e i bambini stanno bene a scuola ,basta scegliere strutture pubbliche ben adeguate e vigilate.Ovviamnte anche nella pubblica ci sono le pecore zoppe.Bisogna in questo avere un pizzico di fortuna che non guasta.
Missminnie, avrai letto che nessuno colpevolizza nessuno, non è mia intenzione farlo e se per caso hai scorto tra le mie parole, una qualunque ideologia maschilista ti invito ad indicarmi dove. Parlo di genitori e non di madri che debbono badare ai figli e a fare la maglia, mentre i padri possono stare tranquillamente al bar. In altri commenti a risposta di Moni e di Enne, ho dato il mio punto di vista dove sottolineo, l'incapacità o a volte l'impossibilità per molti genitori, di crescere i loro figli, e dedicarci il tempo necessario. Tutto quì, semplice e lineare, a mio parere, è troppo poco.
Moni, ci deve essere qualcosa che mi sfugge, o sono fatto male io, o tu e Missminnie, mi state mettendo in bocca qualcosa che non ho detto. Dove hai letto che le donne devono rimanere a casa a badare ai figli, non quì mi pare. Per il resto, ti ho praticamente risposto da te. ;)
figurati che io faccio quel lavoro li'...e penso che l'asilo pubblico, in generale, sia meglio, perlomeno sono rispettati certi fondamentali parametri di qualità del servizio, per il privato, in generale, non ci giurerei.
Zelda, spero sempre che l'istruzione sia affidata al pubblico inteso come stato, tutto il resto a mio parere si riassume in quattro lettere: cepu. ;) buon we.
io penso che sia il caso di colpire con la maggiore forza possibile quei mostri di indifferenza e cattiveria, ma di non allargare troppo il discorso: ci sono migliaia di asili privati in cui i bimbi stanno benissimo e le maestre sono persone a posto, a modo e ricche di abnegazione.
(non ho avuto il coraggio di vedere il video, lo confesso...)
Giusto, Medita.
Mio figlio ha frequentato un asilo privato gestito da maestre molto competenti e preparate, olte che "materne". Fu una scelta obbligata, in quanto all'epoca di nidi qui non ce n'erano, e gli asili pubblici prendevano i bimbi dai tre anni in su.
Sono onesta: io non lavoravo e non mi sarebbe dispiaciuto tenermi l'unnetto con me per un altro anno, ma "isso" disse niet, e niet fu.
Detto questo.
Sul film avevi ragione, oltre che su ciò che hai scritto nel post, che magari poteva sembrare provocatorio, ma che hai chiarito perfettamente nei commenti.
Notte.:)
ci tengo aprecisare che, in linea di massima, non c'è differenza, fra un asilo pubblico e uno privato, visto che l'asilo lo fanno le perosne che ci lavorano.
Quando parlo di parametri di qualità, faccio un esempio:nel pubblico, il rapporto numerico è rigido, mettiamo una maestra per sei bambini di una certa fascia di età.
Nel privato, alle stesse condizioni, una maestra dui bambini ne guarda il doppio, se non di più.
E credetemi sulla parola di chi ci lavora:non è una piccola differenza.
Penso che nelle ultime sei notti non abbia dormito mai, neanche un minuto. Abbiamo una strana idea di civiltà. Diamo in appalto l’assistenza ai malati, diamo in appalto la veglia funebre. Mi chiedo sempre cosa pensi questa gente di noi.
Giorgio Scianna - Fai di te la notte - Einaudi
Mp bello, concordo, infatti non intendevo dire che tutte le scuole o asili siano dei lager. ;) Buona domenica.
Enne, sono felice d'essermi spiegato, e d'averti indicato un buon film. :)
Zelda, posso immaginare, la cosa è matematica due al prezzo di uno mi pare in questo caso davvero troppo. Tentavo di spostare l'argomento non sull'efficienza di maestri o insegnanti che siano, ma su quanto tempo i genitori riescono a dedicare ai figli. Buona domenica.
Davide, una citazione che cade a fagiolo. Stiamo per dare la nostra vita in appalto. Buona domenica caro mio e ben ritrovato.
Capisco, gians.A quell'età,non ci sarebbe bisogno di andare all'asilo.
Ma il bisogno obiettivo delle mamme c'è.
E, per quello che vediamo, per molti bambini andare all'asilo è una fortuna:son troppo viziati i bambini, adesso, ea nche troppo isolati.E cominciare acomprendere , nelle condizioni migoliori, che 'non è tutto mio', fa loro bene.
io concordo con mokella (anche se non so che cosa significa burn out), con missminnie (anche se vorrei sapere il parere di mrtopolino) e credo che l'asilo faccia molto bene, alle madri e ai figli. purtroppo i mostri si nascondono dove meno vorresti, in casa e fuori. penso al dramma delle madri che devo fidarsi delle persone a cui sono costrette a lasciare i propri figli, che sia un parente, una tata o un insegnante. non è così facile, non credo lo sia mai stato.
Posta un commento