sabato 4 dicembre 2010

Capezzolone




Ore 13.30 ratata ratatà, ratarataratattà tatà: inizia il TG uno. E' dura pranzare da soli col sottofondo del telegiornale, rimugino tra un fusillo e l'altro le notizie che sento. Poi arriva lui. Capezzone, e la musica cambia da marcetta con bombardino a requiem. Cazzo quanto è tedioso. Eppure non svolge mansioni umilianti e ripetitive, il suo ruolo di portavoce per contratto dovrebbe imprimergli lo sprint degli argomenti sul piatto del governo, robe nuove, temi nuovi ma nulla, ogni giorno sempre la stessa cosa, che il governo ha ragione e chi non è d’accordo ha torto. Lo facesse, almeno, cercando qualche variazione sul tema, qualche aggettivo inconsueto, qualche sotterfugio umoristico. Niente, occhi fissi alla telecamera, aspetto imbalsamato del volto che manco con un dito ficcato in culo cambierebbe espressione. Alla rai dovrebbero affiancarli uno sceneggiatore, o magari un balletto di can can alle spalle, per ravvivare quel moscio mezzo minuto di intervista, qualche flash fotografico per fare intendere che la stampa si occupa di lui. Qualsiasi cosa, pur di salvarci dalla noia.

Non sull'anima