sabato 29 maggio 2010

Violentami quando vuoi




"...no, ho detto in principio che la condanna delle violenze sui bambini deve essere ferma e la prevenzione e la repressione incisive; ritengo però che la definizione di violenza debba essere sottoposta ad un vaglio molto attento, e in questo ambito, anche il confronto con chi la pensa diversamente è un elemento fondamentale e irrinunciabile per chi è alla ricerca della verità e non è convinto di possedere l'unica" Mi scuso con l'amico Ugolino se ho estratto da un suo pensiero ben più ampio, quello che a me pare la sua sintesi sul tema pedofilia. Ebbene stavo a rimuginare su quanto ho letto, tra le solite vicende domestiche e attività quasi zen, come il lavaggio dell'auto nel mio box. Messa da parte la vena forcaiola che, nei casi in questione prende sempre il sopravvento, tenterò di illustrare la mia posizione in merito. Leggevo solo ora di un bimbo di due anni che fuma 40 sigarette al giorno, e di un'altro scaraventato a terra dalla madre per sfuggire a un furto. Nel secondo caso la violenza è frutto di un istinto di sopravvivenza, esattamente come nel primo in cui si reca danno a un figlio pur di garantirsi visibilità e forse pure un premio dal governo indonesiano. Esattamente come negli abusi sui minori, si osserva una violenza facilmente definibile e identificabile dal fatto che chi la perpetua è cosciente d'essere in una posizione di predominio. Definirei quindi gli abusati di violenza di qualsiasi età, delle persone sottomesse e questo non mi piace a prescindere dalla cultura di provenienza.