venerdì 18 marzo 2011

Minchia come sono scrupoloso




La butto li convinto che l'argomento interessi a pochi se non a nessuno: per farla breve diciamo che è una mia deformazione professionale ma che in ogni modo, coinvolge qualsiasi lavoratore. Detto questo, sono rimasto stupito dall'organizzazione che il vescovo Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di San Pietro, ci illustra sull'Osservatore di oggi. La Fabbrica di San Pietro, è cosa nota, è l'istutuzione che si occupò della basilica e ora della sua conservazione, custodia e manutenzione. Al suo interno lavorano circa 80 persone, tra tecnici, architetti e operai di ogni genere. La stessa istituzione al cappio del Lanzani applica le normative sulla sicurezza dei lavoratori, come da intese stipulate solo nel 2007 con i principali istituti di previdenza. Fin qui tutto bene, ma a vedere la foto (purtroppo in bassa risoluzione) mi sono reso conto che, non tutte le misure di sicurezza vengono intraprese: operai privi di elmetti, altri privi di imbracature. Sono quindi andato a cercare quanti infortuni abbiano coinvolto lavoratori presso la città del vaticano. A svelarcelo è il professore Giovanni Rocchi, che sempre sull'osservatore romano dichiara: "Quello che possiamo dire è che, tra i refertati del 2007, duecentosette riguardavano incidenti sul lavoro". Quindi ricapitolando, si parla di 207 infortuni sul lavoro su una base a rischio di 80 dipendenti, su un totale di abitanti residenti in vaticano che non arriva a mille persone. L'ho sempre detto io, che chi di fede ferisce, di fede perisce.