mercoledì 1 dicembre 2010

Per scrivere




Partono tutti affascinati dal mezzo, (la scoperta del vapore) uomini e donne sulla trentina o meno, magari oltre. Tutti intellettualmente impegnati, macchinosamente affannati tra famiglia e professione e tutti, me compreso, a cercare un momento per se stessi, una soffitta una nicchia una scrivania uno sgabello uno spigolo una cassapanca, un torto o una ragione un'assoluzione o una condanna. Così per scrivere. Un fallimento o un dolore, per scrivere: sempre per scrivere. Un foglio bianco da imbrattare con le più intime perversioni, così, tanto per scrivere, per scrivere bastano le ginocchia come appoggio o cerniera tra lo stare seduti o impalati, oppure le ginocchia per genuflettersi alla famiglia, e porre fine alla scrittura delle piccole intimità dell'umano individualismo, indebitamente sostituite dalla spavalda illusione data dal vivere nel circolo perfetto della serenità familiare, cosa importante, ma accecante. Da quest'ultima analisi spesso nasce la pace dei sensi dei bloggers stanchi.

Riforma della giustizia vaticana




Sull'osservatore romano di oggi, Juan Ignacio Arrieta si è dato un gran daffare per sostenere il desiderio di riforma del codice di diritto canonico da parte dell'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Ratzinger. Lo fa pubblicando stamane una richiesta del 1988, scritta di pugno dallo stesso Razinger, al cardinale Castillo Lara presidente della pontificia commissione per l'interpretazione autentica del codice di diritto canonico, e in sostanza dice: per i sacerdoti che si siano resi colpevoli di gravi e scandalosi comportamenti sarebbe giusto riportarli allo stato laico, in tempi più brevi rispetto alle attuali procedure previste dal Codex Can. 1397 - Chi commette omicidio, rapisce oppure detiene con la violenza o la frode una persona, o la mutila o la ferisce gravemente, sia punito a seconda della gravità del delitto con le privazioni e le proibizioni di cui al can. 1336; l'omicidio poi contro le persone di cui al can. 1370, è punito con le pene ivi stabilite. Ignacio Arrieta si guarda bene dal riportare i capi d'accusa a cui Ratzinger si riferiva in quella richiesta, infatti nel Codex non vi è traccia della parola "pedofilia" al massimo si parla di delitti contro la morale. E però, Ignacio non ci spiega come mai, visto che solo il pontefice è in grado di promulgare leggi santissime, il Codex sia rimasto invariato.