giovedì 31 dicembre 2009

L'egoismo della vecchiaia





Se penso al nuovo anno, lo vedo come una specie di instabile prosecuzione di quello vecchio, tanto mi sembra sdrucito il concetto di futuro. Poi ripenso ai miei anni non più da junior, e che questa doppia condizione certamente influisce sulla ormai scarsa esuberanza della mia fantasia: è come sentirsi al giro di boa, con la freschezza e l'ambizione lasciata allo start. Inversa è per fortuna la percezione del futuro dei ventenni -dimenticare d'esserlo stati è un reato- per i quali l'euforia, se non è appena cominciata, comunque è ancora piena di verginità e di promesse. L’egoismo è esattamente ciò che ci impedisce di farci contaminare dalle speranze giovani, e quindi l'invidia di non esserlo più. L’egoismo è controproducente alla base: indurisce e incattivisce. Riuscire a pensare al nuovo anno, anche come all’anno dei veglioni passati nei garage, all' argento vivo di chi ha meno anni di noi e meno cicatrici, ecco che ci si rallegra subito. Si sente la vita scorrere più vivace, si butta via qualche disillusione e anche il giro di boa pare meno faticoso. Un gagliardo fresco anno nuovo a tutti voi