mercoledì 2 settembre 2009

A naso




Sentirgli ripetere che è una vergogna e che è scandaloso, che a questi giornali non risponde e non risponderà mai, ormai non fa né caldo né freddo. Amen. Dopo tutti questi anni è solo una tarantella risaputa, un ronzio tra i tanti, come i clacson ai semafori, come la voce di Capezzone al tigì delle 20. Quello che mi fa storcere il naso, a questo punto, non è lui; e manco le sue vicende. Quello che mi fa specie è l'impressionante comparto di aiutanti, crociati, avvocati, galoppini, adulatori, seguaci, vassalli. È il consenso della truppa, l' applauso convinto, l'idillio senza se e senza ma di milioni di italiani. È lo smisurato cerchio di uomini e donne, la stragrande maggioranza in perfetta buona fede. Stecchito lui, non sarà finito lo show. Non sarà defunto il suo collettivo, non sarà dispersa la sua magnificenza, non sarà ristabilito alcuno dei criteri da lui abrogati. Schiattato lui, non importa tra quanto tempo, non sarà finita l' Italia che lo ha generato. Noi vivremo, e con quella stessa Italia avremo a che fare. No, davvero non è lui il problema. Il problema sono gli italiani.