giovedì 29 dicembre 2011

Novantesimo minuto




Il recente derby tra greci ortodossi e armeni nella prestigiosa cornice del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha avuto un'audience mondiale e un gradimento altissimo.
Le solite polemiche del dopo-partita (la moviola ha messo a nudo diversi colpi scorretti: barbe incendiate a tradimento, entrate a ramazza tesa) fanno parte del gioco. Già nel girone d'andata, un diacono greco-ortodosso fece ingoiare un Vangelo al capitano degli armeni. Negli spogliatoi, secondo la tradizione sprovvisti di docce per mantenere intatto il fetore penitenziale dei monaci, sono volate parole grosse: non esistendo una classifica condivisa, ogni squadra sostiene di essere al primo posto. In questo campionato più che millenario, del resto, nessuno ricorda esattamente regole e punteggio. Si sa solo che lo scopo del gioco è mantenere il controllo del Santo Sepolcro, il diritto sui ceri, la gestione dell'acquasantiera, la vendita delle cartoline, gli incassi del fast-food 'Mc Jesus' e altre priorità di ordine spirituale.