lunedì 12 gennaio 2009

Criticoni




Si risente la vecchia solfa della sinistra partigiana e della destra coloniale. C’è del vero, nel senso che la lettura del mondo, a sinistra, è tradizionalmente critica, e per esempio nel lancio di razzi sulle teste degli israeliani, vede la legittima difesa dei confini e non l’annientamento di un popolo. La vecchia cultura di destra, quella severa e pessimistica che non si faceva illusioni sulla natura umana, avrebbe sostanzialmente concordato. (Sola differenza politica: la destra avrebbe foraggiato Hamas con armamenti meno rudimentali, la sinistra, più filantropica e grulla, avrebbe perorato il recupero sociale degli Ḥizb Allāh). Oggi è tutto diverso. La destra, che inspiegabilmente ha deciso di adottare l’entusiasmo del venditore da pianerottolo, non gradisce i criticoni, li ritiene disfattisti e infine lascia intendere che gli israeliani avrebbero una qualche ragione, se solo li si sapesse guardare con maggiore ottimismo e benevolenza. Poiché nessuno aspira al malumore, e alla sinistra piacerebbe molto riuscire, per contagio, ad assumere lo sguardo spensierato e fattivo di questa destra rifatta e adrenalinica. L’unico dubbio è il comportamento degli hezbollah: di fronte all’unanime ottimismo di destra e sinistra finalmente unite, collaborerebbero anche loro al bene comune? Parteciperebbero al nuovo miracolo Medio Orientale? O sarebbe ora che la nostra politica esprimesse una chiara posizione?