lunedì 6 settembre 2010

Sasso, carta, forbice.



Esistono giustizieri di vario tipo. Ci sono quelli che usano l'energia elettrica. Fanno parte di quei giustizieri meno attenti all'ambiente, vivono nel capitalismo più sfrenato, comprano petrolio dall'Iran e sono spendaccioni. Ci sono poi i giustizieri da vecchio West, usano il cappio e risparmiano qualche soldo, che poi devono comunque investire in biada per cavalli che trainano i carri da sotto i piedi del condannato. Pure loro comprano petrolio dall'Iran ma sono meno legati alle tradizioni. I giustizialisti avanguardisti preferiscono la chimica, usano siringoni letali, ma per produrre quei veleni, bruciano quantità enormi di petrolio, comprato in Iran. I più rumorosi dei giustizieri, usano la cara vecchia polvere da sparo, una pallottola dritta nel cranio e il condannato muore sul colpo, usano grandi quantità di petrolio iraniano e sono la seconda potenza economica mondiale. Infine esiste la cara vecchia lapidazione, in uso a chi di petrolio ne vende a quasi tutti i precedenti stati presi in analisi, ma che per usanza non spreca energie non rinnovabili, e si affida a più ecologici sistemi. Dove sta la differenza, se non in un approccio culturale diverso. Sempre di condanne a morte si parla. Sono certo e lo dico. La faccenda Sakineh, non mi provoca più sdegno rispetto ad altri tipi di condanne a morte, non mi spiego clamori a senso unico.