martedì 15 marzo 2011

Il nocciolo della questione




Qui di seguito, mostro in anteprima mondiale i miei appunti per la stesura di un post. Tra calcoli di microsievert/ora in relazione alle misurazioni Gray sul corpo umano, mi è venuto un gran mal di testa, in ogni modo per chi avrà voglia di leggere, sarà a tutti chiaro che, è in partenza dal Giappone, una grande marea di merda nucleare e questa farà schiattare una altrettanta marea di gente. Ora, e non sull'onda emozionale di cui tanto si parla, vista la tecnologia a disposizione del made in Japan e tuttavia inerme davanti al mostro, siamo certi che il nostro made in Italy incapace di gestire delle semplici centrali a carbone, la sua stessa spazzatura, le Tav come ogni qualsiasi innovazione tecnologica o magari le sue stesse discariche, possa davvero pensare al nucleare? io credo di no.



13.07: La Commissione per la Sicurezza Nucleare giapponese ha confermato a presenza di Cesio e Iridio radioattivi nei pressi del reattore 1 dell’impianto di Fukushima. Radiazione confermata a 1015 μSv (micro Siviert).


I livelli di radiazione nella sala di controllo dell’Unità 1 hanno raggiunto circa 1000 volte i valori normali. Inoltre, il cesio è stato rilevato intorno al reattore. Le barre di combustibile possono essere state esposte all’aria.
dopo l’eslosione un picco di radioattività di ben 8.217 microsievert/ora.


Rispetto alla dose assorbita e alla sua unità di misura gray (simbolo Gy), che riflette in assoluto una dose di energia assorbita da una unità di massa, si ha che la dose equivalente ed il sievert riflettono piuttosto gli effetti biologici della radiazione sull'organismo. I diversi tipi di radiazione infatti possono avere effetti più o meno dannosi per l'organismo. La dose equivalente H in sievert si ottiene moltiplicando la dose assorbita A in Gy per un fattore adimensionale wr dipendente dal tipo di radiazione



§ con 0.25 Gy, non presenta sintomi;
§ con 0.50 Gy, può comparire nausea, lieve malessere e riduzione dei globuli rossi nella seconda e terza settimana;
§ con 1 Gy la nausea è forte, accompagnata da vomito e astenia. Nella II-IV settimana appare prima leucopenia e poi anemia riducendo le capacità di difesa dell'organismo;
§ con 2 Gy si ha una vera e propria malattia, con esito talvolta mortale: si tratta della sindrome acuta da radiazioni che è tanto più grave quanto più elevata è la dose ricevuta. Dopo uno stato iniziale di lieve shock, con nausea, vomito e inappetenza, segue uno stadio di latenza e poi compare lo stato acuto con astenia grave, febbre, tachicardia, ipotensione arteriosa, diarrea, tendenza al collasso cardiocircolatorio, leucopenia grave, anemia marcata, riduzione delle piastrine e diatesi emorragica. Il sintomo predominate è comunque l'anemia.
§ con 4 Gy la sindrome acuta si presenta più grave e il 50% degli irradiati non adeguatamente curati va a morte in un lasso di tempo tra i 30 e i 60 giorni.
§ con 6 Gy la sindrome si presenta molto aggravata ed il 100% degli irradiati muore nell'arco di 30 giorni successivi alla irradiazione.
§ con dosi superiori a 6 Gy il decorso clinico cambia, lo stadio acuto è dominato dalla caduta dell'epitelio intestinale e comporta grave shock e setticemia, il decorso termina sempre con la morte dell'individuo irradiato. Precisamente:

o L'assorbimento di dosi da 10 a 15 Gy provoca gravi lesioni al midollo osseo, che portano a infezione ed emorragie; la morte, se sopravviene, può essere attesa da quattro a cinque settimane dopo l'esposizione e in genere colpisce circa la metà dei pazienti che sono stati colpiti al midollo osseo.
o L'esposizione di tutto il corpo a dosi da 10 a 40 Gy causa danni vascolari meno gravi, ma provoca la perdita di liquidi ed elettroliti nello spazio intracellulare e nel canale digerente; la morte avviene entro 10 giorni, come conseguenza dello squilibrio liquido ed elettrolitico, della distruzione del midollo osseo e di eventuali infezioni.
o Un'esposizione a dosi maggiori di 40 Gy danneggia gravemente il sistema vascolare dell'uomo, causando edema cerebrale, shock, disturbi neurologici e morte entro 48 ore.