Fa un certo effetto leggere le parole di Adriano Sofri oggi su il Foglio. L'ex leader di Lotta Continua, mandante morale -come lui stesso si definisce- dell'omicidio di un impiegato dello stato, osserva che, sulla vicenda Mirafiori ci sia stata una "gran bella partita". Dice: "Era tanto che non si pensava e discuteva con una decente apertura mentale. Merito di Marchionne, dite voi. Merito delle operaie e degli operai, dico io". Oggi a bocce ferme, si capisce invece che il voto degli impiegati si è contrapposto a quello degli operai, aprendo di fatto, o meglio, rinvigorendo e dando nuova linfa a quelle lotte di classe a cui Sofri partecipava col revolver. Non prendo posizione sull'esito del referendum, una cosa è però certa; preferisco un combattente che nell'euforia della lotta sbaglia mira a uno "scrittore" che non ha più bersagli.
sabato 15 gennaio 2011
Senza scrupoli
Fa un certo effetto leggere le parole di Adriano Sofri oggi su il Foglio. L'ex leader di Lotta Continua, mandante morale -come lui stesso si definisce- dell'omicidio di un impiegato dello stato, osserva che, sulla vicenda Mirafiori ci sia stata una "gran bella partita". Dice: "Era tanto che non si pensava e discuteva con una decente apertura mentale. Merito di Marchionne, dite voi. Merito delle operaie e degli operai, dico io". Oggi a bocce ferme, si capisce invece che il voto degli impiegati si è contrapposto a quello degli operai, aprendo di fatto, o meglio, rinvigorendo e dando nuova linfa a quelle lotte di classe a cui Sofri partecipava col revolver. Non prendo posizione sull'esito del referendum, una cosa è però certa; preferisco un combattente che nell'euforia della lotta sbaglia mira a uno "scrittore" che non ha più bersagli.
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