martedì 5 ottobre 2010

Se non ci resta che you tube




A scorrere le notizie di oggi, non si trova una dichiarazione che una, degna di nota o sberleffo. Stavo per rassegnarmi alla pubblicazione d'un altro pistolotto su santa madre chiesa -quella ogni giorno ha da redarguire qualcosa o qualcuno- quando m'imbatto più che in una notizia, in uno stile di vita: Roma due ragazzi minorenni si sfidano a pugni metallici per risolvere una ''questione'' legata a vecchi rancori ed alimentata da pregressi sfotto' on line, si danno appuntamento quindi su facebook con tanto di tifoseria reclutata con lo stesso "socialnetwork" in questo caso non troppo social. La realtà è che dal e del mondo dei ragazzi la rete si autoalimenta, e youtube ne è un vorace rappresentante e le immagini di questa rissa sono finite di certo lì. . Esiste infatti una specie di palinsesto diffuso, formato da milioni di immagini auto-prodotte. Catturate col telefonino e buttate in rete. Film senza critica e senza pubblico, se non l’occasionale tam tam tra bulli distanti e dispersi su internet. Le immagini crude, la spettacolarizzazione da Colosseo della violenza, non sono nate con internet o i cellulari a scalfire la dignità dell’uomo. La consegna della realtà alla sua immagine riprodotta, filmare la violenza per non doverla mai davvero nominare, è pura vigliaccheria. Abbassare il telefonino e guardare in faccia la vita è tra le uniche possibilità che mi sento di consigliare a questi ragazzi.