mercoledì 29 aprile 2009

Votiamo con i ceci




Il futuro politico italiano è una incognita solo apparente. Esaminando i precedenti storici, è sufficiente una banale elaborazione logico-matematica per avere la sequenza precisa degli avvenimenti di qui ai prossimi anni. Mentre il centrosinistra s'affanna a chiedere un tavolo delle trattative per una nuova legge elettorale, Berlusconi si proclama unico interprete della volontà popolare e indice le elezioni per il 21 giugno, con il sistema uninominale secco: ogni elettore dovrà segnare con un cece il volto di Berlusconi sulle speciali cartelle della tombola distribuite nei gazebo. Se il cece cade per terra la volontà dell'elettore sarà comunque chiara, certificata da Bonaiuti che viene nominato Garante della Democrazia. Asserragliati in un bar dell'Aventino, i leader di tutti gli altri partiti studiano le contromosse, elaborando una bozza di programma che andrà sottoposta a una commissione interpartitica che elabori una strategia per presentare a Napolitano, entro i prossimi sei mesi, una proposta di modifica della nuova Costituzione nel frattempo scritta e approvata da Berlusconi. Napolitano diffida Berlusconi: le elezioni con il cece non possono essere ritenute valide. Ma ormai sarà estate e Berlusconi da qualche giorno a riposo a Villa Sardegna (una splendida residenza, con superficie pari all'intera isola), passeggerà mano nella mano con le sue letterine, non più ad insegnarle la giusta pronuncia di: "kiss me" ma solo importanti questioni politiche.