martedì 14 dicembre 2010

Parole in croce




Il malato non è solo un corpo segnato dalla fragilità e dalla sofferenza ma una persona dotata di dignità, che con la sua storia di dolore interpella gli altri, invocando comprensione, aiuto, sostegno. Dice il cardinale Bertone sull'0sservatore Romano odierno, e ci ricorda pure che: L'amore per Cristo, "porta a riconoscere nel fratello ammalato il volto del Signore, che nella morte in croce si è unito a ogni dolore e sofferenza umana". In definitiva questa è la candida posizione della Santa Sede riguardo i temi relativi l'autodeterminazione sul fine-vita. Non si tratta quindi di questioni più o meno scientifiche o bioetiche, per la chiesa la dignità umana è proporzionale al dolore e alla sofferenza. E dire che pure Gesù, sulla croce, non subì il crurifragium e pure il suo cadavere fu reso ai familiari prima della completa decomposizione sulla croce: Il malato in sostanza per la chiesa non è solo un corpo segnato dalla fragilità, ma un'icona a suo uso e consumo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'argomento è fin troppo serio per poterci scherzare su, ma mi permetto di rammentarti che l'atteggiamento entusiasta verso la sofferenza della Santa Sede è millenario e non modificabile, anche davanti a cose ben più leggere....:negli "ospedali cattolici" (a Roma) mica ti fanno l'epidurale se partorisci perchè TU DONNA PARTORIRAI CON DOLORE, anche se siamo nel 2010 e non si capisce quale sia il valore sacrilego dell'epidurale!
saluti Pronta

Gians ha detto...

Pronta, sfondi porte ben aperte.