giovedì 21 ottobre 2010

Vecchie letture




"Il nostro sistema politico non compete con istituzioni che sono vigenti altrove.
Noi non copiamo i nostri vicini, ma cerchiamo di essere un esempio.
Il nostro governo favorisce i molti invece che i pochi: per questo è detto una democrazia.
Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento...
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo...
Ma questa libertà non ci rende anarchici.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell’universale sentimento di ciò che è giusto.

La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero...

Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo...
Noi amiamo la bellezza senza indulgere tuttavia a fantasticherie e benché cerchiamo di migliorare il nostro intelletto, non ne risulta tuttavia indebolita la nostra volontà...
Riconoscere la propria povertà non è una disgrazia presso di noi; ma riteniamo deplorevole non fare alcuno sforzo per evitarla.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private...
Un uomo che non si interessa dello stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e, benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell’azione politica, ma come indispensabile premessa ad agire saggiamente...
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà il frutto del valore e non ci tiriamo indietro di fronte ai pericoli di guerra... Insomma, io proclamo che Atene è la Scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso".

Pericle

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Visto Annozero? Pero' e' tristemente vero, purtroppo. Pericle e' legato ad un mio ricordo molto bello: e' passata una vita. Un bacio. Nicbellavita

Arci ha detto...

Per non inficiare la bellezza del discorso omise di dire che i cretini erano schiavi dei cittadini, lavoravano per loro ed erano loro proprietà (come le mucche e le capre). Gli "utili" avevano sugli schiavi diritto di vita e di morte.

massimo coppa zenari ha detto...

eh eh eh... pericle non ha cittadinanza, oggi, in Italia...

Gians ha detto...

Ww, si visto, ma questo pensiero di Pericle lo ho sempre a portata di mano sul mio pc. Un bacio

Gians ha detto...

Arci, verissimo quanto dici, ma vuoi mettere uno che parla in questo modo, rispetto a un qualsiasi politico attuale?

Gians ha detto...

Massimo, intanto benvenuto, e scusami se mi permetto di darti del tu. Riguardo alla cittadinanza immagino che in molti stati europei il buon Pericle troverebbe non poche difficoltà.

Anonimo ha detto...

Gians, il primo commento era mio. :( Nicoletta,

Anonimo ha detto...

Nicbellavita, non WW, omonime
io questo post non l'avevo commentato..
(e poi a me i baci non li dai mai...):)