martedì 11 gennaio 2011

Come ti curo le piaghe da decubito




Prendiamo in esame tre semplici parole di uso comune e vediamone il significato. La prima è palliativo, il Sabatini Coletti riporta: Rimedio apparente e temporaneo, adottato per fronteggiare un problema, ma inadeguato a risolverlo definitivamente. La seconda è dolore: Sensazione fisica che dà pena, che provoca malessere. La terza, medicina: Scienza che si occupa delle malattie, della loro cura e prevenzione. Detto questo vorrei vedere in faccia gli studenti che dovessero iscriversi a questi corsi di laurea: "Medicina palliativa e Medicina del dolore" Ci deve essere qualcosa di guasto in me, se non capisco che senso abbia questa ostinata battaglia clericale nell'indottrinamento delle persone. Che deve esserci un modo di vivere senza dolore, ma anche di morire dignitosamente.

6 commenti:

Tess ha detto...

è che devono decidere sulla vita e sulla morte

missminnie ha detto...

è la vecchia storia tu partorirai con dolore ecc ecc..attraverso la sofferenza ti avvicini a dio..più soffri e più dopo (dopo, mi raccomando) sarai vicino a lui, ben oltre barabba e santa lucia..c'abbiamo sta croce da 2011 anni, gians. gl'altri hanno avuto lutero, noi torquemada.
amen

Arci ha detto...

come sai non sono un medico, ma credo di aver capito quanto segue. La cura del dolore è palliativa rispetto alla malattia (mettiamo un tumore), ma risulta comunque utile al malato che soffre di meno.

Quindi sul malato oncologico c'è lo specialista che gli cura il cancro e quello che gli allevia le sofferenze.

Con questo, però rimango dell'opinione che se il malato vuole farla finita (e non gli basta non soffrire o soffrire di meno), è l'unico a poterlo decidere e deve essere aiutato a morire senza sofferenze.

Gians ha detto...

Tess, e pure durante.

Gians ha detto...

Missminnie, poi dicono che è in atto una persecuzione nei loro confronti.

Gians ha detto...

Arci, nel caso specifico di aparla di medici da destinare a struttore specifiche dove non si viene curati, ma tenuti li in attesa di morte.